Portachiavi “spia” regalati al mercato

Sacile, gli ambulanti: hanno un microchip simile al gps e sono utilizzati dai malviventi. Ma alcuni non credono alla possibile truffa

SACILE. «Occhio ai portachiavi regalati tra i banchi del mercato oppure venduti: hanno un microchip che aiuta i ladri a entrare in casa».

Ambulanti dell’Ascom allertati a Sacile: la truffa del portachiavi sarà una bufala?

«Meglio stare attenti – hanno lanciato il passaparola Barbara B. e Ahmed Abdullah nel gruppo del mercato liventino –. Ci sono delinquenti in arrivo dall’Est europeo che seguono i movimenti con il chip nel portachiavi per introdursi e rubare nelle case e nei magazzini dei commercianti».

I portachiavi-truffa sono gadget in plastica e in vetro dalle più svariate forme, magari da regalare oppure offerti nella confusione del mercato del giovedì per uno scopo di solidarietà. Per esempio la raccolta di fondi per la ricerca, ma c’è chi dice per racimolare qualche euro.

«In genere sono pendolari dell’Est europeo – avverte Ahmed che ha un banco di biancheria – forse una banda organizzata in arrivo dalla Romania. Di sicuro lo fanno senza alcun titolo o autorizzazione. Gli istituti e le associazioni di raccolta fondi ci tengono a precisare che non intraprendono mai iniziative senza autorizzazione e un logo riconoscibile».

Sono stati avvistati anche all’esterno di un supermercato di Sacile e in un centro commerciale di Cornadella. «Sono solo alcune segnalazioni, tutte però parzialmente attendibili – ha raccontato Vittorio Mella, che monitora il territorio – e facilmente verificabili. Assieme a queste si sommano poi le “bufale” e le pseudo verità».

Non tutti credono, infatti, alla truffa del portachiavi. «Il gadget conterrebbe all’interno un microchip che servirebbe a spiare le persone per fare furti all’interno dell’abitazione – Mella è frenato dallo scetticismo –. In rete circolano i passaparola e le forze dell’ordine si interrogano su questo fenomeno: si riferirebbe a un caso nazionale. È una segnalazione comune, ma lo stratagemma è fantasioso. In ogni caso, è meglio non accettare un oggetto senza sapere di cosa si tratta».

Il caso del chip che permette a malintenzionati di seguire le vittime fa nascere alcuni dubbi di natura tecnologica.

«Alle persone più esperte di elettronica, il dubbio è chiaro – ha riferito Mella –. Se i topi di appartamento avessero una tecnologia con un trasmettitore gps e una fonte di alimentazione di lunga durata, nello spazio ridotto di un portachiavi, potrebbero bussare alla porta di un produttore per aumentare il loro reddito».

Ma l’effetto scatenante al mercato urbano è quello fobico: la paura di essere fregati, è sempre contagiosa. E, comuque, piuttosto che trovarsi vittime di un raggiro o di un furto, meglio affrontare le “offerte” con una buona dose di prudenza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto