«Porto a Majano il mio rap neorealista»
all’Hip Hop TV Summer Festival
E domenica sarà di scena Fedez
Hip Hop TV Summer Festival, e al Festival di Majano arriva domani, intorno alle 22, Fabri Fibra, con il suo Guerra e Pace Tour, dall’album uscito in febbraio, mentre domenica sarà on stage il milanese Fedez, altro campione italiano del rap.
A chiedere al marchigiano Fabri Fibra cosa conosce del Friuli, ecco che dice: «Elisa! Ho collaborato due volte con lei. Sul suo disco, per il brano Anche tu, anche se: lei ha scritto e composto la strumentale e il ritornello, io la strofa. È un pezzo che ricordo sempre in modo particolare. in Guerra e pace, invece, Elisa canta un ritornello che abbiamo scritto assieme. Il brano è Dagli sbagli s'impara, molto personale e introspettivo. Lei ha aggiunto proprio quello che stavo cercando. Bravissima. Del Friuli, in effetti, non conosco molto, ma dà l'impressione di essere una regione dove le cose funzionano piuttosto bene».
– Scriveresti di nuovo un libro come Dietrologia. I soldi non finiscono mai, e sempre con la prefazione di Marco Travaglio?
«Assolutamente sì. Mi sembra sempre più attuale, anche se dovrebbero essere i lettori a dirlo. Mi scrivono molti ragazzi su Facebook e Twitter commentando molto positivamente. È di sicuro un libro particolare, critico ma anche costruttivo, a suo modo. Sentivo l'urgenza di scriverlo così. Adesso è uscita anche la versione tascabile e meno costosa».
– Parliamo di Guerra e pace: quali argomenti racconti?
«Non è ispirato solo ai film di Pasolini... Questo album ha radici anche nel romanzo di Tolstoj e nella mia storia recente. Ho affrontato temi realistici, di vita vissuta, ma anche onirici. L'anno scorso mi è capitato di guardare molti film neorealisti italiani, tra cui quelli di De Sica. Ma anche film come Il sorpasso. Quel bianco e nero mi è rimasto negli occhi e l'ho anche messo in copertina. Alcuni brani, come Raggi laser o Panico, s'ispirano a certe atmosfere. Ma poi ci sono anche Pronti, partenza, via o Ring ring, che seguono tutt'altro filone. C’è una ventina brani nell'album e ognuno ha la sua storia».
– Cosa lo differenzia dai lavori precedenti?
«L'introspezione. È un lavoro non facile da assimilare, da rendere proprio. Il fatto che sia disco d'oro e sia sempre in classifica mi fa stare bene. Anche la collaborazione con Neffa in Panico mi ha reso felice: lui ha contribuito con tutte le strumentali al mio album d'esordio, Turbe giovanili, ed è stato bellissimo ritrovarmi a scrivere su una sua strumentale nel 2013, per di più con un ritornello cantato da lui. Non avevo mai avuto l'occasione di avere entrambe le cose. In questo album ho collaborato con molti produttori stranieri, confrontandomi con beat molto particolari: il risultato si può sentire, per esempio, ne La solitudine dei Numeri Uno, Frank Sinatra e Voce. Forse sono questi tre i miei pezzi preferiti del disco».
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