Porzus, ricordato l'eccidio - Foto
FAEDIS. Il maltempo non ha fermato, ieri mattina, l’annuale, solenne commemorazione del tragico eccidio partigiano alle malghe di Porzus, avvenuto il 7 febbraio 1945 e ricordato con una partecipata cerimonia organizzata come di consueto dall’associazione partigiani Osoppo.
La commemorazione ha avuto inizio in piazza a Faedis, con il corteo e l’omaggio ai caduti, seguiti, nella sala consiliare, dai discorsi del sindaco di Faedis, Claudio Zani, e del vicepresidente Apo, Roberto Volpetti, che ha portato il saluto del presidente Cesare Marzona, ieri ammalato.
Claudio Zani ha ricordato l’eccidio: «Quest’amministrazione – è stato il suo impegno – non permetterà che questa commemorazione diventi una semplice ricorrenza annuale, ma, senza invadere il campo degli storici, continuerà a mantenere l’attenzione e il necessario approfondimento su quella tragedia, come fatto anche quando ciò non era così facile».
Numerose e autorità presenti alla commemorazione: tra loro il senatore Mario Toros, il prefetto Raimondo Provvidenza, per la Regione la presidente Debora Serracchiani, il presidente del consiglio Franco Iacop, il vice Paride Cargnelutti, i consiglieri Giuseppe Sibau e Cristiano Shaurli, anche ex sindaco di Faedis, il vicepresidente della Provincia, Franco Mattiussi, la medaglia d’oro Paola del Din, il commissario della comunità montana del Torre, Natisone e Collio, Sandro Rocco. Non sono mancati gli amministratori del territorio, da Cividale, col sindaco Stefano Balloch, da Udine, col vicesindaco Carlo Giacomello e da tutto il Friuli; folta anche la presenza delle associazioni.
Dopo le cerimonie di Faedis si è saliti verso una Canebola ieri mattina fortemente sferzata da vento e pioggia. Qui, nella chiesa parrocchiale, il rettore della Casa dell’Immacolata, don Gianni Arduini, ha celebrato la messa in suffragio.
«Questi giovani, ventenni – ha ricordato durante la cerimonia –, hanno dato la vita in un momento importante, difficile, noi ne facciamo memoria, non retorica, ma memoria vera, per trasmettere alle giovani generazioni l’importanza di questi valori».
Don Gianni Arduini ha anche avuto una forte espressione di biasimo citando l’episodio dell’imbrattamento del monumento al bosco Romagno.
Dopo la messa ha avuto luogo la cerimonia civile, con i discorsi della governatrice Debora Serracchiani e del vicepresidente della Provincia di Udine, Franco Mattiussi, che, oltre ad alcuni riferimenti all’attualità politica nazionale, ha citato le parole unificatrici pronunciate dal presidente Giorgio Napolitano nella sua visita alle malghe di Porzus.
La relazione ufficiale quest’anno è stata affidata al professor Roberto Chiarini, docente di storia contemporanea all’università di Milano, che ha al suo attivo molti studi sul periodo della seconda guerra mondiale. Egli ha ricordato significato politico e portata storica dell’eccidio delle malghe di Porzus, condannando ogni mistificazione nel dibattito. Quest’anno, causa le avverse condizioni del tempo, non è stato possibile concludere la commemorazione salendo, come consuetudine, al sito delle malghe di Porzus per la deposizione dei fiori nel luogo dell’eccidio.
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