Posso fare la spesa in un altro comune se costa meno? Quali sono le altre "reali esigenze"? Ecco i comuni contigui e dove è possibile spostarsi

UDINE. Sì alla spesa fuori dal proprio comune, ma soltanto a determinate condizioni e sempre rimanendo nei comuni contermini. Maggior rigore invece per gli spostamenti legati alla fruizione dei servizi alla persona: al contrario delle visite e cure mediche, non sono considerate esigenze primarie. E dunque, questa la linea, è possibile resistere quindici giorni senza un taglio di capelli o una manicure. Oppure, se proprio non si può farne a meno, ci si deve adattere e rivolgersi al professionista che opera nel proprio comune di residenza.
NUOVI PROVVEDIMENTI IN FVG, CHE COSA SAPPIAMO
Nei giorni scorsi i prefetti di Udine, il già Angelo Ciuni, di Trieste, Valerio Valenti (che è anche commissario regionale di governo per il Fvg), di Gorizia, Massimo Marchesiello, e di Pordenone, Domenico Lione, hanno concordato una linea comune, che evitasse così difformità di giudizio tra una provincia e l’altra nell'applicazione delle misure previste dal Dpcm del 3 novembre scorso per la cosiddetta Zona arancione.
✉️ Al Messaggero Veneto abbiamo deciso di attivare una nuova newsletter per fare il punto ogni settimana sul Covid. Iscriviti qui, è gratis
«Un modo, soprattutto, per andare incontro alle oggettive difficoltà economiche di tante famiglie che in questi mesi difficili possono trovare d’aiuto fare la spesa a un prezzo calmierato», ha detto il prefetto di Udine Ciuni, specificando come le indicazioni univoche varate con i colleghi delle altre province vadano nella direzione di interpretare con buonsenso le norme indicate dal decreto del presidente del Consiglio.
Ma quando si può uscire dal proprio comune, in buona sostanza?
Anzitutto, una premessa: il cittadino di Udine e quello di Preone non possono essere messi sullo stesso piano. Il capoluogo offre un numero e una varietà di esercizi commerciali non paragonabili a quelli del piccolo paese, dove è più difficile oggettivamente trovare prodotti di nicchia che possono risultare comunque fondamentali per una famiglia.
E allora ecco un piccolo prontuario, con domande e risposte, per non rischiare di incappare nelle multe in caso di controllo delle forze dell'ordine. Sanzioni che, è bene ricordarlo vanno dai 280 euro ai 560 in caso di recidiva: è buona prassi, per agevolare e rendere più rapidi i controlli di polizia e carabinieri, portare con sé il modulo dell'autocertificazione debitamente compilato con il motivo dello spostamento (qui puoi scaricare il Pdf da stampare e compilare), nel caso in cui ci si muova da casa per andare in un comune diverso da quello di residenza o, in generale, tra le 22 e le 5.
- Posso andare a fare la spesa fuori dal comune?
No, a meno che non ci siano reali esigenze. Posso andare nel supermercato di un comune contiguo se questo pratica offerte particolarmente vantaggiose o se ha un prodotto introvabile nei negozi del comune in cui risiedo.
- Quali sono i beni considerati di prima necessità?
Sicuramente gli alimentari, soprattutto in caso di offerte che consentano a una famiglia di risparmiare sul serio. Il principio che ha mosso i prefetti nell'interpretazione è legato all'idea di non creare ulteriori difficoltà economiche a famiglie che si trovano nelle condizioni di poter risparmiare qualche euro in un momento particolarmente difficile.
Nel mio comune non trovo il latte di soia e sono intollerante a quello vaccino. Posso spostarmi?
Sì: è un motivo legato alla salute e quindi considerata una reale esigenza.
- Devo acquistare una periferica (mouse, tastiera) per il mio computer. Posso andare in un altro comune?
Dipende: se serve per lavorare sì, altrimenti è consigliabile percorrere altre vie. La circolare della Prefettura di Udine, ad esempio, indica tra le soluzioni per gli approvvigionamenti non urgenti anche il ricorso alle piattaforme di acquisto online con consegna a domicilio.
- Posso andare dal mio parrucchiere di fiducia, con lo studio fuori dal mio comune di residenza? Facendo esercizio di pragmatismo, Ciuni spiega che «ci si può spostare e andare nel salone di fiducia se, ad esempio, si soffrono di oggettivi problemi alla cute e il mio parrucchiere è l’unico della zona a garantire quel tipo di trattamento, legato alla salute». Per il resto, il taglio di capelli non è considerata un’urgenza indifferibile: nel caso in cui la messa in piega o la spuntatina alla barba fossero irrinunciabili, ci si può rivolgere alla parrucchiera o al barbiere sotto casa.
- Posso spostarmi dal mio comune per una visita medica programmata?
Sì, in ogni caso. In questo caso è consentito lo spostamento anche oltre i comuni contigui: va sempre compilata l'autocertificazione.
- Quali sono i comuni contigui al mio?
Contiguo significa confinante: i residenti o domiciliati a Udine, ad esempio, possono spostarsi - sempre per comprovate esigenze legate agli acquisti - a Campoformido, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Povoletto, Pozzuolo, Pradamano, Reana del Rojale, Remanzacco e Tavagnacco. Singolare la situazione di Martignacco, dove ha sede il Città Fiera che in linea teorica non confina con il capoluogo.
«Condividiamo pienamente quanto espresso ufficialmente dal Prefetto di Udine – spiegano in una nota gli operatori del centro commerciale più grande della regione –, attraverso l’orientamento prefettizio, dov’è stato enunciato chiaramente come le indicazioni siano da intendersi in un’ottica di interpretazione orientata prima di tutto al buon senso. Seguendo questo logica interpretativa e non avendo voluto introdurre termini diversi da quanto espresso dal Governo, si ritiene doveroso interpretare “Comune contiguo” nella sua accezione legata al buon senso. Contiguo diventa quindi “prossimo”, “vicino”: spesso, ma non sempre, può essere anche un comune fisicamente confinante, ma allo stesso tempo però può essere anche solo nelle immediate vicinanze, appunto in prossimità».«Nel caso specifico del centro commerciale Città Fiera, nel comune di Martignacco – continuano –, si ritiene innegabile a buon senso che possa ritenersi “contiguo” e prossimo al comune di Udine.
Questo sia perché gli estremi catastali ufficiali riportano come evidenza che i due Comuni abbiano almeno un punto condiviso come confine, ma soprattutto perché le poche centinaia di metri che separano Città Fiera dal confine del Comune di Udine, non posso a buon senso, far venire meno la “contiguità” e vicinanza aldilà dei confini formali. Tant’è che lo stesso è anche collegato a Udine da linee di autobus urbani».
Confartigianato Udine ha pubblicato sul proprio sito l'elenco completo dei comuni contigui per ciascuna città e paese del Friuli Venezia Giulia. Potete consultarla (e scaricarla) cliccando qui.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto