Poste, a Pordenone boom di proteste per i ritardi

PORDENONE. Bollette consegnate già scadute, raccomandate, riviste e pacchi in ritardo di settimane. E poi il problema degli sportelli chiusi o a rischio che da anni alimenta proteste e mobilitazioni.
Nella Destra Tagliamento l’avvio della nuova modalità di recapito a giorni alterni che ha interessato nelle prime due fasi 39 comuni (fonte il sito ufficiale di Poste italiane) si è inserito in uno scenario già problematico.
Lamentele che in questi primi mesi del 2018, e prima ancora nell’arco del 2017 e del 2016, hanno accomunato i cittadini di tutta la provincia, da Sacile a Sesto al Reghena, da Porcia al Maniaghese, da Cordenons allo Spilimberghese.
Il 2016 è stato l’anno delle mobilitazioni contro il piano di razionalizzazione, con Sesto capofila a livello nazionale sulla spinta della chiusura decisa per l’ufficio di Ramuscello. L’anno scorso le segnalazioni dei disservizi si sono ripetute con cadenza quasi quotidiana: in gennaio un utente di Malnisio aveva protestato per l’arrivo della posta con due mesi di ritardo.
In febbraio una famiglia di Sacile si era ritrovata senz’acqua e al freddo, considerata “morosa” per il mancato pagamento di 82 euro, ma la bolletta era arrivata già scaduta. Analogo problema – bollette recapitate oltre la data di scadenza – segnalato dai cittadini di Roveredo, Porcia, Aviano, Valvasone Arzene.
Si sono moltiplicate le proteste dei cittadini costretti a pagare la mora, con numerose lamentele inoltrate alle rispettive amministrazioni comunali che si sono subito mobilitate, fino a considerare l’ipotesi di una class action a fronte di una situazione definita «insostenibile e intollerabile».
A Roveredo, in estate, un cittadino ha denunciato di essere rimasto per un mese senza posta, impossibilitato anche ad usare la nuova carta di credito perché la busta con il “pin” non arrivava, e in settembre un’anziana ha riferito di essere rimasta in vana attesa per 45 giorni.
In novembre, a Frisanco, il Comune è dovuto correre ai ripari dopo che di 310 bollette della Tari, regolarmente spedite, si erano perse le tracce. Consegne con tempi biblici a cui non sono immuni anche le buste contenenti gli esiti di esami clinici. I sindaci hanno scritto lettere ufficiali, si sono susseguiti incontri e segnalazioni al prefetto.
Il 2018 è iniziato all’insegna dei ritardi della posta ordinaria: a Pordenone e in molti altri comuni ci sono stati casi di auguri di Natale recapitati a metà gennaio.
A Sacile, il mese scorso, proteste per la posta recapitata a indirizzi sbagliati mentre a Caneva da un anno crea malumore la chiusura a Sarone. Le proteste, insomma, continuano in tutta la provincia rilanciate dai sindacati che lamentano il problema degli organici e dei tagli ai servizi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto