Poste, passano giorni per avere l’agognata raccomandata

UDINE. Sembrano partorite dall’ufficio complicazioni cose semplici le procedure per la consegna della raccomandate quando il postino non trova a casa il destinatario.
Occorre attenderla giorni per effetto anche della consegna a giorni alterni. La nuova modalità, avviata in tutta la regione (per la provincia di Udine solo nell’area di Tolmezzo e in quella di Codroipo).
La macchina del recapito si sta attrezzando in vista della rivoluzione che inizierà il 16 aprile per andare poi a regime il 21 maggio quando tutti e sei i centri di distribuzione passeranno alla nuova organizzazione.
In vista del salto, i segnali del cambiamento ormai dietro l’angolo si fanno sentire.
Cartina di tornasole sono le raccomandate. Se fino a poco tempo fa, in assenza del destinatario, il postino lasciava un avviso nella buca delle lettere invitandolo a recarsi in ufficio postale, dopo due giorni, per il ritiro, oggi tutto è cambiato.
Non ci sei? Ti tocca aspettare. Anche diversi giorni se di mezzo ci si mettono giorni festivi. Ne deve passare almeno uno a vuoto.
Ventiquattrore (e più) dal rilascio dell’avviso di giacenza. In questo tempo la busta si trova fisicamente nell’ufficio postale della zona, ma deve essere presa in carico da chi fai resi delle raccomandate, quindi consegnata l’indomani all’ufficio postale che deve a sua volta prenderla in carico per renderla infine disponibile al destinatario, il quale, materialmente, potrà venirne in possesso solo il giorno successivo.
Sembra complicato? Ebbene, non è nulla rispetto alla raccomandata “speciale”, quella che il mittente chiede sia consegnata brevi manu al destinatario.
Quella che se il postino non ti trova a casa, devi prendere la cornetta, chiamare un numero verde, che è verde solo per i telefoni fissi (fortunato chi li ha ancora), mentre si paga dai cellulari.
Morale: trovi l’avviso di giacenza e per avere la tua raccomandata devi metterti alla cornetta, digitare numero e scelta, quindi attendere il primo operatore disponibile al quale puoi chiedere alternativamente la riconsegna a domicilio della tua posta oppure il suo ritiro in ufficio.
Posto d’essere arrivati fin qui, l’attesa non è finita. Nel migliore dei casi deve passare un giorno lavorativo, nel peggiore di più.
Quanto? Ci abbiamo provato con una normale raccomandata. Trovato giovedì l’avviso di recapito, lasciato nella buca delle lettere martedì, abbiamo chiamato, dal cellulare, il numero a pagamento per chiedere il ritiro in ufficio il giorno stesso.
Impossibile. «Il primo giorno utile – ha spiegato il paziente operatore – per il ritiro in ufficio è venerdì. Se invece vuole riprogrammare la consegna a domicilio possiamo fare lunedì».
Sei giorni dopo il deposito dell’avviso, 4 dalla chiamata all’operatore. Tanto (troppo) in ogni caso. Ce la faranno gli anziani a districarsi tra numeri verdi, voci automatiche, giorni alterni e tutte le novità che la riorganizzazione delle Poste porta con sé? Speriamo.
E speriamo che i portalettere, nonostante la rivoluzione, non perdano la caratteristica che li ha resi cari all’immaginario collettivo: pronti al saluto in una società sempre più individualista.
E speriamo che se l’anziano di turno, acciaccato e magari un po’ in difetto d’udito, dovesse affacciarsi all’uscio di casa quando il postino ha già mandato in stampa l’avviso di giacenza, la raccomandata possa essergli consegnata comunque piegando le rigidità del sistema al buon senso.
Un sistema, quello messo a punto da Poste italiane, che in ogni caso garantirà quotidianamente la consegna dei prodotti postali di livello più alto. Vedi le raccomandate 24 ore, l’e-commerce che prevede la consegna entro un giorno e i quotidiani.
Se ne occuperanno in via prioritaria le linee business, strutturate per affiancare quelle della consegna tradizionale. La posta ordinaria arriverà quindi a giorni alterni, i prodotti (non solo postali) ogni giorno. Così vuole il business.
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