Posti riservati al Sello, il pm archivia: non c’è dolo

Richiesta lampo al gip sul caso di piazza I maggio a Udine nato dalle proteste della gente. Il procedimento aveva ipotizzato l’abuso d’ufficio per il sindaco e due tecnici
Udine 19 Agosto 2013. park sello Primo Maggio. Telefoto Copyright Petrussi Press / TURCO
Udine 19 Agosto 2013. park sello Primo Maggio. Telefoto Copyright Petrussi Press / TURCO

UDINE. Sono bastati un paio di giorni di indagini e approfondimenti, per convincere il pm a chiedere l’archiviazione del caso che, un mesetto fa, aveva scatenato un putiferio di proteste attorno all’ordinanza del Comune sull’assegnazione di una trentina di posti auto in piazza I maggio ai docenti del “Sello”. Querelle chiusa, quindi, senza colpe nè colpevoli. Ma non, forse, senza una coda polemica e nuovi danneggiamenti agli archetti.

L’oggetto del contendere. Erano stati proprio i mugugni della gente a mettere in moto la macchina investigativa. L’improvvisa comparsa di una fila di archetti lungo il perimetro del parco era stata maldigerita da chi - commercianti in primis - su quei posteggi aveva sempre potuto contare, nel novero degli stalli a pagamento a disposizione degli automobilisti.

La spiegazione di palazzo D’Aronco era stata puntuale: in quel modo, il personale del liceo artistico sarebbe stato compensato della perdita di un equivalente numero di stalli nell’area che fiancheggia la scuola e che, di lì a poco, sarebbe stata occupata dal cantiere per i lavori del mega parcheggio interrato di Giardin Grande. Motivazione comunque insufficiente a smorzare i toni delle polemiche, che avevano finito per culminare anzi in una segnalazione alla pattuglia dei carabinieri in servizio nella zona.

La relazione dei carabinieri. Gli accertamenti avevano portato a evidenziare tre anomalie. Sul piano amministrativo, era stata sollevata la questione dell’improvvisa trasformazione di quel tratto di piazza da suolo pubblico ad area privata, ossia, a uso e consumo esclusivo del “Sello”.

Da qui, anche la questione di natura civilistica legata all’assenza di transenne nell’area al momento del sopralluogo, con conseguente esposizione di pedoni, ciclisti e automobilisti a potenziali rischi per l’incolumità. Il terzo rilievo atteneva a possibili violazioni del Codice della strada: gli insegnanti non rientrano nella categoria delle persone a cui spettano posti riservati.

L’incartamento era stato depositato in Procura sotto forma di comunicazione. Dentro, anche l’indicazione delle tre persone ritenute, ciascuna per il proprio ruolo, responsabili dell’ordinanza: il sindaco Furio Honsell, che l’aveva sottoscritta, il dirigente del Servizio viabilità, Barbara Gentilini, che l’aveva trasmessa a Prefettura, Provincia e “Sello” con lettera di accompagnamento, e il tecnico che aveva istruito la pratica.

Dall’iscrizione all’archiviazione. Approdato in Procura in periodo feriale, il fascicolo era rimasto nel limbo fino a qualche giorno fa. E cioè fino al rientro in sede del procuratore aggiunto Raffaele Tito, che, iscritti tutti e tre sul registro degli indagati per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio - atto formale indispensabile per procedere alla delega di ulteriori accertamenti -, ha liquidato la vicenda in capo a un paio di giorni.

Nella richiesta di archiviazione inviata al gip, il magistrato ha escluso qualsiasi forma di dolo o di vantaggio economico a favore dei tre indagati e circoscritto il caso, nella seppure astratta ipotesi di irregolarità, a un mero errore di normativa.

Il sabotaggio degli archetti. Continua, intanto, la sequela di atti vandalici ai danni degli archetti posizionati in corrispondenza della trentina di posti riservati. Dopo la rottura dei lucchetti denunciata nel week-end di Ferragosto dal Comune, in questi giorni è toccato alla preside del “Sello” rinnovare segnalazioni di danneggiamenti più o meno simili ai carabinieri.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto