Povia, il concerto negato e il video contro Manzano «Mi mettono il bavaglio»

Il cantante si sfoga sul web e accusa l’amministrazione di centrosinistra di boicottarlo Il sindaco Iacumin gli risponde: «La politica non c’entra»

MANZANO

Il Comune di Manzano prima firma un contratto per l’esibizione del cantante Povia alla Festa della Sedia, poi fa marcia indietro e annulla lo spettacolo sostituendolo con una cover band dei Pooh. La decisione, però, scatena le ire dell’ex vincitore di Sanremo che sulla propria pagina Facebook parla di «dittatura democratica in barba all’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di espressione» e in un video invita i cittadini a ricordarsi di questa vicenda in vista delle prossime elezioni nel 2019. «Io questi qua – esclama – non li voterei neanche morto». Secca la replica del sindaco Mauro Iacumin: «Il nome non piaceva, non per questioni politiche, ma perché non rispettava il target di spettatori presenti alla manifestazione».

Così l’evento clou fissato per il 20 luglio si è trasformato in poche ore in un polverone mediatico che rischia ora di avere conseguenze politiche. Già, perché a portare avanti il contratto – firmato il 6 giugno, a detta del cantante – non sarebbe stato Iacumin, ma qualche altro esponente di giunta, non citato dal sindaco. L’indiziato numero uno sarebbe il vicesindaco Lucio Zamò tirato in ballo dallo stesso Povia nel filmato e definito «caffè macchiato corretto per i suoi trascorsi politici, destra mischiata a sinistra».

«I miei assessori – spiega Iacumin – hanno libertà di azione ed è successo che sono stati presi degli accordi. Ne abbiamo parlato in giunta e siccome il contratto non è blindato abbiamo deciso di dirottare la scelta verso un altro gruppo più vicino al target delle famiglie». Nel frattempo il cantante sui social accusa il centrosinistra – l’area di riferimento dell’amministrazione – di avergli messo «per l’ennesima volta il bavaglio». «È un’ingiustizia – tuona –. Nei miei concerti non è mai successo nulla di male. Non ho mai avuto la tessera di un partito». E chiede spiegazioni all’amministrazione. «Prima mi avete voluto e poi lei Lucio (Zamò ndr) ha detto alla mia manager che i motivi sono politici. Forse perché qualche mia dichiarazione a favore degli italiani e della regolamentazione degli stranieri ha dato fastidio a qualcuno?».

Sulla questione interviene anche il vicesindaco Zamò. «Si è firmato un contratto che prevedeva la rescissione e si è verificato che il tipo di evento proposto non sarebbe stato adatto a una serata per le famiglie. Si è pertanto deciso di esercitare il diritto garantito dalla legge di cancellare il contratto». Per la Pro Loco, organizzatrice della Festa della Sedia, si è trattato di «un fulmine a ciel sereno”, come lo definisce il presidente Daniele Grattoni. «Lo spettacolo era stato finanziato dall’amministrazione. Lunedì mi è stato comunicato l’annullamento. Non sono entrato nel merito della scelta». —

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