Prato di Resia: «Durante il terremoto eravamo tutti una grande famiglia»

PRATO DI RESIA. Il terremoto è entrato nell'infanzia di Brunetta senza fare troppo rumore. Nessuna ricostruzione drammatica, niente crolli, zero macerie. Lei nel 1976 aveva sei anni e di quei giorni ricorda soltanto l'amore tra la gente.
Ci racconta la sua storia dopo essersi riconosciuta nella foto che la ritrae mentre sorregge una pentola. Dietro alla sua frangetta liscia, con un cappello da cucina e un bavaglino, guarda dritto in camera, sicura di sé.
"Quando mi sono riconosciuta sono rimasta a bocca aperta - racconta - non avevo mai visto questa foto, probabilmente sarà stata scattata da qualche passante. Anche noi bambini davamo una mano nelle piccole faccende domestiche, di giorno andavamo in un centro di ritrovo per i più piccoli: sono lì in quello scatto".
Prima di andare a dormire, i primi tempi nelle tende poi nei prefabbricati, a San Giorgio di Resia le favole si raccontavano seduti attorno al fuoco, uno dei ricordi felici che Brunetta custodisce bene: "La mia famiglia non era formata soltanto da mia madre, mio padre e mia sorella: in quegli anni eravamo tutti un'unica famiglia. Ricordo i disegni, i momenti in cui con gli altri bambini non smettevamo di giocare - continua - sono stata fortunata, non ho sofferto troppo".
Anche lei, come tutti, provò momenti di paura. Una scena in particolare, che si ripeteva ogni qual volta l'Orcolat tornava, non riesce a rimuoverla. Gli occhi increduli, i corpi tesi, e via, via a cercare rifugio nelle tende. "Ci si accorgeva delle scosse perché prima cadevano i sassi dalle montagne, poi si sentiva tremare il terreno e si lasciava qualsiasi cosa per scappare e trovare una protezione".
Con i suoi pochi anni, dopo un po' di tempo anche Brunetta imparò a riconoscere il terremoto, la durata, l'intensità, persino la magnitudo. Il 6 maggio invece, quando correndo chiedeva alla zia cosa stesse accadendo, non lo sapeva ancora.
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