Premi San Marco, la forza dell’esempio FOTO
PORDENONE. Si è voluta trasmettere tutta la speranza per un futuro migliore nella cerimonia di conferimento dei premi San Marco, celebrata ieri nella sala consiliare del municipio. «L’anno scorso avevo esortato ad avere fiducia – ha sottolineato il primo cittadino Claudio Pedrotti – dopo 12 mesi la situazione non è migliorata, ma non bisogna mollare».
Il pensiero di Pedrotti è quindi volato a Fermo Santarossa, l’industriale recentemente scomparso, che aveva ricevuto il premio nel 2011. Un veloce accenno il sindaco l’ha dedicato anche alla situazione politica italiana e regionale: «Alla neoeletta presidente della Regione Serracchiani – ha dichiarato - va l’augurio di un buon lavoro per amministrare al meglio la Regione».
Ad ascoltare queste parole, in platea, numerosi esponenti eletti in consiglio regionale. «La nostra è una terra ricca di esempi positivi – ha affermato il presidente della Propordenone, Giuseppe Pedicini -. E’ importante il principio di appartenenza che i premiati di quest’anno impersonificano, contribuendo a rendere migliore la comunità».
Un approfondimento storico e un inaspettato riferimento a uno spot televisivo per Paolo Goi, presidente dell’Accademia San Marco: «La sensazione del cittadino italiano è di vivere in una tragicommedia – ha sottolineato – invece i premiati con il San Marco danno l’esempio a tutti ed esortano a pensare come Clooney nello spot: immagina, puoi».
Quindi, i premiati. A ritirare il premio assegnato al musicista Francesco Bearzatti, è stato il padre Walter. Il figlio, infatti, è impegnato a Stoccolma per alcuni concerti. Il genitore ha ricevuto il riconoscimento dalle mani del sindaco di San Martino al Tagliamento D’Agnolo, paese di cui i Bearzatti sono originari. L’oro olimpico Daniele Molmenti ha sottolineato il suo impegno nei confronti dei giovani, citando le lezioni che tiene a scuola. «Lo sport è anche cultura – ha affermato – e anch’io continuo a studiare per laurearmi».
Monsignor Ovidio Poletto, vescovo emerito, accompagnato dal vescovo Giuseppe Pellegrini e dal parroco di San Marco Otello Quaia, ha voluto condividere il premio con le comunità cristiane della diocesi e le persone che gli hanno permesso, da vescovo, di raggiungere alcuni obiettivi che si era prefissato. «Il vescovo è per la chiesa – ha sottolineato – e senza chiesa il vescovo non raccoglie molto».
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