Premio Diacono, la sfida di educare i giovani - Foto
CIVIDALE. L'importanza di educare all'internazionalità le giovani generazioni, per poter sperare in un mondo futuro finalmente meno conflittuale e più prospero: è stato questo, ieri mattina a Cividale, il filo conduttore della cerimonia per l'assegnazione del premio Paolo Diacono. Vi ha partecipato, significativamente, anche una rappresentanza degli allievi, tra cui diversi ragazzi stranieri. Il riconoscimento viene assegnato da anni a personalità distintesi per il supporto all'educazione dei giovani italiani e stranieri, contribuendo a mantenere alto il prestigio del Convitto Nazionale.
I premiati di quest'anno sono Giovanni Pelizzo, avvocato cividalese che ha ricoperto importanti incarichi pubblici tra cui la presidenza della Provincia, il nostro giornale, come quotidiano presente sul territorio con attenzione verso il mondo dell'educazione, nella figura del direttore Omar Monestier, e il diplomatico Gianfranco Facco-Bonetti, tra i suoi prestigiosi incarichi quello di ambasciatore d’Italia a Mosca. Il premio è una pregevole pergamena del miniaturista cividalese Massimo Saccon, nonché una riproduzione dell'angelo dell'altare di Ratchis.
Il rettore Oldino Cernoia ha aperto i lavori, ricordando la storia del Convitto, il suo ruolo nell'educazione dei giovani. «In tutti questi anni – ha spiegato – ha svolto i principali progetti dello Stato, confrontandosi con altre realtà educative e trasferendo buone pratiche». Anche nei discorsi degli insigniti si è rimarcato con forza il valore di un'educazione internazionale per i giovani.
Premiato «per la sua incisiva azione a favore del Paolo Diacono, anticipando i tempi delle più moderne politiche studentesche, sostenendo l'attività del Convitto», Giovanni Pelizzo ha ricordato il rilancio dell'istituzione culturale cividalese dagli anni 50: «Oggi vediamo – ha commentato – quanti sono gli studenti, quanti vi lavorano, quali sono soprattutto gli scopi. Gli interventi a favore del Paolo Diacono hanno una motivazione: si è inteso il bisogno di mettere insieme i popoli. In questo momento di grandi incomprensioni, crisi, penso sia importante formare i giovani attraverso un'istituzione appropriata per portarci a un futuro migliore».
Il Messaggero Veneto ha ricevuto il riconoscimento per «il ruolo altamente rilevante che come quotidiano a grande diffusione locale ha avuto, cercando sempre di valorizzare le risorse intellettuali del territorio, indicandoci che solo l'investimento sulle nuove generazioni può prefigurare un futuro veramente ricco». Omar Monestier, che ha rimarcato di condividere il premio con la passata dirigenza e tutta la struttura, ha sottolineato che «il Messaggero Veneto è un giornale di prossimità e comunità». Proprio nella sua contiguità con il territorio va quindi individuato il suo più importante anticorpo contro la crisi.
Gianfranco Facco-Bonetti, che ha auspicato i giovani possano diventare autenticamente «protagonisti», è stato infine premiato per «l'attenzione dimostrata nell'attività di diplomatico per l'istruzione e la formazione, dando lustro al sistema formativo italiano e agli scambi studenteschi, mettendo anche in contatto il Convitto cividalese col mondo accademico russo».
Nei discorsi del sindaco Stefano Balloch, del delegato dell'Ufficio scolastico regionale Pietro Biasiol, dell'assessore provinciale Daniele Macorig e di quello regionale Roberto Molinaro, un grazie al Convitto Paolo Diacono per la sua capacità di affrontare e vincere le sfide più attuali per la formazione dei giovani.
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