Presentano falsi titoli per diventare bidelli: sedici denunciati

PORDENONE. Avevano certificato di aver lavorato in una scuola superiore di Pordenone – l’istituto Parini, già al centro in passato di un’inchiesta per “diplomi facili”–, ma non si erano mai spostati dalla loro residenza.
Questo elemento, oltre al fatto che in quel periodo la scuola aveva interrotto l’attività per via dell’inchiesta, ha aiutato a ricostruire il quadro accusatorio.
Sono tre, su 16 denunciati in tutto, i presunti bidelli che hanno dichiarato di aver lavorato a Pordenone e che hanno esibito falsi titoli. La compagnia della Guardia di finanza di Arezzo ha denunciato loro e altre 13 persone, all’autorità giudiziaria, per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falso in atto pubblico.
Le Fiamme gialle hanno inoltre quantificato un danno all’erario di oltre 100 mila euro, determinato sulla base delle retribuzioni illecite percepite dall’inizio dell’anno.
Gli uomini del capitano Federico Vanni hanno avviato un’analisi delle graduatorie del personale della scuola (cosiddetto “Ata di III fascia”), che raggruppa i profili professionali dei collaboratori scolastici e degli assistenti amministrativi e tecnici (più comunemente noti come bidelli e e segretari), dell’ultimo triennio.
Tutto è partito dal fatto che nella provincia toscana si era registrato un anomalo trend positivo di domande – presentate e accolte – di lavoratori provenienti dal sud. I finanziari si sono dedicati a ricostruire la carriera di una quarantina di persone, accertando che, in più di un terzo dei casi, le domande di inserimento o di conferma dei titoli “autodichiarati”, erano viziate da dati falsi.
Per esempio, è stato presentato un attestato rilasciato nel 2012, ma la scuola in questione sarebbe stata riconosciuta come paritaria solamente tre anni dopo.
I titoli di studio e servizio esibiti – e in molti casi creati “ad arte” – erano funzionali a maturare maggiore punteggio e quindi a ottenere il posto. Il sospetto della Guardia di finanza è che questa tecnica venga utilizzata anche in altre province del centro-nord, dove il personale in graduatoria scarseggia.
I punti in più hanno permesso ai 16 di superare altri candidati e di ottenere il posto percependo indebitamente lo stipendio.
Le irregolarità più comuni riscontrate hanno riguardato inesistenti esperienze di servizio prestate in varie scuole (tra le quali quella di Pordenone), agevolmente scoperte dai militari poiché è stata rilevata l’assenza di contribuzione Inps in grado di dimostrare l’effettività del rapporto di lavoro.
I militari hanno verificato anche che non c’era una regia comune nella preparazione degli atti falsi, ma un “fai da te” diffuso. L’indagine in questa prima fase si è conclusa: resta però il fatto che questi stessi titoli potrebbero essere stati presentati nelle graduatorie di altre province. —
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