Presenze in Aula, Savino maglia nera TABELLA
UDINE. Deprecabili casi di assenteismo non se ne conta ancora in seno alla truppa dei parlamentari eletti nella circoscrizione del Friuli Venezia Giulia alle Politiche di febbraio. Mediamente, i 19 tra deputati (12) e senatori (7) hanno presenziato alle sedute delle due Camere con percentuali superiori al 90%. Ben 97,83% in media nel caso degli eletti a palazzo Madama. Lievemente di meno, 93,76%, in quello dei 12 che invece sono seduti a Montecitorio.
Tutti, comunque, si sono tenuti sopra il 90% delle presenze. Tutti, salvo uno. Sandra Savino (Pdl) una new entry nel plotone dei deputati friul-giuliani inviato al parlamento nazionale che pure ha collezionato dall’inizio della legislatura a oggi un significativo numero di assenze: 48 sulle 121 sedute effettuate alla Camera, per un tasso di presenza superiore di poco al 60%. L’ex assessore regionale alle Finanze, dunque, secondo il sito Openpolis che ha pubblicato i dati dell’attività dei parlamentari, si aggiudicherebbe la maglia nera.
Pur lontana dalle performance di professionisti dell’assenteismo come Antonio Angelucci (Pdl), che si era già distinto durante la passata legislatura e ora pare pronto al bis, visto che in questi tre mesi a palazzo Montecitorio si è presentato una volta sola, Savino resta comunque ben al di sotto delle presenze medie dei colleghi eletti in Regione. Alcuni dei quali non sono mai mancati.
Le pulci ai parlamentari italiani le fa il sito www.openpolis.it, che in una delle sue diverse sottosezioni monitora appunto presenze e assenze di senatori e deputati oltre che voti ribelli e indici di produttività. In questa fotografia è possibile zoomare come detto sui 19 eletti nella circoscrizione del Friuli Venezia Giulia e scoprirne, fin qui (fortunatamente) con poche sorprese negative, la condotta nei primi tre mesi della XVII legislatura.
Camera
Il più virtuoso tra le file dei deputati è Giorgio Brandolin (Pd), che dalla prima seduta a Montecitorio – era il 15 marzo – è sempre stato presente. Subito dietro, la democratica Gianna Malisani, assente una sola volta come pure Walter Rizzetto del Movimento 5 Stelle. A scendere, passando, nell’ordine, da Paolo Coppola (Pd), Aris Prodani (M5S), Ettore Rosato (Pd), Tamara Blazina (Pd), Giorgio Zanin (Pd), Massimiliano Fedriga (Ln) e Gian Luigi Gigli (ScpI) si arriva a Serena Pellegrino di Sel con il 90,08% delle presenze, per chiudere con il 60,66% di Sandra Savino.
Senato
Sul podio dei “presenti sempre” salgono Lorenzo Battista (M5S) e Carlo Pegorer (pd), entrambi a palazzo Madama in tutte le 158 sedute effettuate fin qui. L’imprenditore torinese Bernabò Bocca, eletto in Fvg tra le file del Pdl, si piazza terzo, con il 98,10% delle presenze, stessa percentuale dei due democratici Isabella De Monte e Francesco Russo, che equivale a un’assenza di appena tre sedute. Alessandro Maran (ScpI) ne ha mancate 4, 11 Lodovico Sonego (Pd), che chiude la truppa dei nostri senatori.
Voti ribelli
Cosa sono? I voti che un parlamentare ha espresso in dissenso rispetto all’orientamento generale del gruppo al quale appartiene. Al Senato è stato proprio Sonego a prendere più volte, fin qui, le distanze dai suoi con 4 voti ribelli. Sempre in linea con il gruppo sono stati invece i voti di Pegorer e Maran, mentre una volta hanno “tirato libero” gli altri senatori.
Passando alla Camera, 5 volte ha votato contrariamente ai montiani Gigli, ben otto Malisani che con le due volte di Blazina e un episodio di Zanin fa salire decisamente le quote dei parlamentari del Pd, i più indipendenti tra i nostri.
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