Preso a sprangate davanti al tribunale, ufficiale giudiziario finisce in ospedale

Ufficiale giudiziario viene preso a sprangate davanti al tribunale di Pordenone e finisce in ospedale con un orecchio sanguinante. È successo mercoledì mattina, 21 marzo, intorno alle 8, in viale Martelli.
Giacomo Esposito, 57 anni, ufficiale giudiziario dell’Unep, è ancora incredulo per la violenza gratuita subita per futili motivi. È a casa con la testa fasciata e una prognosi di dieci giorni, per il momento, ma ci potrebbero essere complicazioni per l’orecchio ferito.
«Mi trovavo di fronte ai bagni pubblici, stavo – racconta Giacomo – per attraversare viale Martelli sulle strisce pedonali, quando è arrivato un furgoncino. Praticamente mi è passato con le ruote sui piedi e ha parcheggiato di traverso sull’attraversamento pedonale. Sono andato a esprimergli le mie rimostranze. Ho dato una manata sul cofano del furgoncino per attirare la sua attenzione e sono andato a parlargli al finestrino, sottolineando che non si parcheggia a quel modo sulle strisce. Lui ha cominciato a inveire ad alta voce, a insultarmi. Io gli ho risposto per le rime».
Un’impiegata del tribunale, che stava arrivando al lavoro in auto, conferma di aver udito l’automobilista urlare come un ossesso. Poi, però, la situazione è degenerata. Il conducente del furgoncino, un uomo sulla quarantina, è andato verso il bagagliaio. Esposito lo ha seguito per vedere cosa stesse facendo.
«Lui ha sfilato dall’auto – ricorda Esposito – una spranga di ferro lunga un metro e mezzo, mi ha urlato “Ti ammazzo” e ha tentato di colpirmi. Sono riuscito a schivare la maggior parte delle sprangate, un po’ mi sono protetto, un po’ sono riuscito a bloccarlo con la mano. Mi ha preso di striscio con la spranga sull’orecchio un paio di volte, me ne sono accorto soltanto perché ho visto che colava il sangue, ma non ho avvertito dolore. Nel frattempo la donna che era sul sedile del passeggero a bordo del furgoncino, è scappata via a gambe levate. In strada non c’era nessuno».
Dalla finestra del palazzo di giustizia un finanziere che opera come polizia giudiziaria ha visto tutta la scena e si è precipitato giù per le scale, correndo fino in strada per salvare l’ufficiale giudiziario dall’aggressione.
«È stato il finanziere a bloccare il furgoncino – spiega Esposito – l’automobilista se ne stava andando via. Io avevo preso la targa, ma nel frattempo sono andato a sciacquarmi la ferita in bagno. L’agente di polizia giudiziaria, non vedendomi, mi ha detto di aver temuto che fossi morto, caduto magari dietro l’automobile. Poi è arrivata la polizia di Stato, hanno raccolto le nostre testimonianze e sono andato al pronto soccorso».
La spranga di ferro è stata posta sotto sequestro. Al vaglio degli inquirenti, ora, la posizione dell’automobilista, per l’ipotesi di reato di lesioni aggravate e porto di oggetti atti a offendere.
«Davvero non so cosa pensare di quello che mi è successo – Esposito è sconcertato –. Non riesco a darmi una spiegazione logica per una simile reazione, del tutto sproporzionata. Come è possibile che una persona giri con una spranga di ferro in auto e che poi picchi qualcuno soltanto perché gli fa delle osservazioni? Se fosse riuscito a colpirmi in testa con quel pezzo di ferro, me l’avrebbe fracassata. Mi è andata veramente bene, sono stato fortunato».
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