«Prima di me Ordine chiuso» E tra gli avvocati è bagarre

Udine 18 novembre 2016.Tribunale di Udine, commemorazione e giuramento nuovi avvocati..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 18 novembre 2016.Tribunale di Udine, commemorazione e giuramento nuovi avvocati..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

Lo scorso dicembre aveva presentato le dimissioni da presidente dell’Ordine degli avvocati di Udine e l’iniziativa, a poche settimane dalla scadenza del mandato, aveva destato non poca meraviglia. Poi, però, aveva deciso di ricandidarsi alla guida delle toghe friulane e anche questo aveva generato un certo stupore. Ecco perchè, martedì, l’avvocato Maurizio Conti ha ritenuto di spiegare le ragioni di entrambe le scelte. Ma alcuni dei contenuti della lettera hanno finito per innescare un fuoco di fila di polemiche, contribuendo a esacerbare il clima alla vigilia del voto della settimana prossima.

«Delle precedenti gestioni non apprezzavo la sensazione di chiusura e autoreferenzialità», ha scritto Conti, nel ricordare l’entusiasmo che, all’inizio del 2015, lo aveva spinto a scendere in campo. E che lo ha aiutato a perseguire una serie di obiettivi: dagli incontri in scuole, università e teatri, al dialogo con enti e istituzioni «colmando quella sorta di deficit di interlocuzione di cui si dolevano molti colleghi». «Con una gestione finanziaria più attenta e oculata – ha aggiunto – è stato possibile riportare e mantenere i nostri conti in ordine e chiudere gli esercizi con un avanzo positivo di cassa». Eppure, al fotofinish qualcosa si è spezzato. «Gli sforzi profusi non sono bastati ad allineare la rotta dell’intero Consiglio verso un’unica direzione», continua, svelando la ratio delle dimissioni. Un «segnale chiaro e forte», il suo, «perchè per me – spiega – era inaccettabile perseguire un progetto non condiviso e talora osteggiato in maniera che a me è parsa, obiettivamente, preconcetta». E che lo ha spinto a riproporre la propria candidatura, nella convinzione «che la strada intrapresa fosse quella giusta».

Non solo buoni propositi, quindi, quelli esposti dal presidente uscente. Che con le sue parole ha finito per scatenare la reazione dei colleghi che, negli anni, lo hanno preceduto. «Affermazioni gravi e offensive», hanno scritto nella replica diffusa giovedì gli ex presidenti Enrico Bulfone, Andrea Galimberti, Silvia Pajani e gli ex tesorieri Fabrizio Pettoello, Alessandra Stella e Raffaele Conte. «Per smentirle, sarà sufficiente ricordare la vittoriosa e faticosa battaglia, in stretta collaborazione con le istituzioni locali e i parlamentari friulani, per la difesa dell’integrità territoriale del tribunale di Udine, che ha impedito l’accorpamento della Bassa Friulana ad altro circondario». Per non dire della «nascita del Foro Friulano, dei Protocolli con la Magistratura, dell’instaurazione di un rapporto costante con l’università e degli strumenti telematici assicurati a tutti gli iscritti». Quanto alle gestioni finanziarie, «i conti sono sempre stati in ordine», affermano, ricordando «il patrimonio sempre superiore ai 100 mila euro e la trasparenza con cui i bilanci sono stati pubblicati con anticipo». E «rammarico» è stato espresso anche dai consiglieri uscenti Conte, Pettoello, Carlo Serbelloni, Andrea Cudini e Fabrizio Picotti. «Per quattro anni abbiamo lavorato tra tante difficoltà, cercando di non farle trapelare all’esterno solo per mantenere un atteggiamento costruttivo». Nessun «osteggiamento», quindi, ma semplice «dialettica: strumento di crescita – scrivono – per lo sviluppo di nuove idee». —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto