Primari da tagliare, le proposte in Regione

Approvato il documento sull’ospedale di Udine consegnato all’assessore Telesca. Chiesto il riesame della delibera e una verifica sull’integrazione al Santa Maria
05042011 savona reparto di chirurgia della mano dell'ospedale san paolo - i primari all'uscita della riunione con flavio neirotti
05042011 savona reparto di chirurgia della mano dell'ospedale san paolo - i primari all'uscita della riunione con flavio neirotti

UDINE. Il documento, votato all’unanimità dal Collegio dei primari dell’Azienda ospedaliero universitaria, è stato consegnato all’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, al direttore centrale Adriano Marcolongo e al commissario straordinario Mauro Delendi.

Dettaglia cinque proposte per risolvere la vertenza che si è creata al Santa Maria della Misericordia di Udine in seguito alle direttive della delibera 929 che prevede la soppressione di un’ottantina di primariati nell’arco di un triennio, alle impostazioni del redigendo protocollo d’intesa fra Regione e Università e alle difficoltà operative al Santa Maria della Misericordia.

Il Collegio dei primari esprime unanimemente la propria «preoccupazione per le condizioni operative quotidiane dell’ospedale che mettono in discussione le capacità di risposta efficace e tempestiva alle esigenze dei cittadini e dei loro percorsi di cura. Troppo spesso, osservano, accade di far fronte alle necessità solo grazie alla straordinaria reazione di tutto il personale, inclusi i primari, nonostante le condizioni difficili».

Su queste basi hanno avanzato alcune critiche formulando anche una serie di proposte.

La prima riguarda la necessità, a oltre sette anni dalla nascita dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine, di effettuare una ricognizione strutturata dei risultati che sono stati ottenuti nell’integrazione tra attività di assistenza, ricerca e didattica, valutando nel contempo l’operato dei direttori di Dipartimento e il contributo dei direttori di ciascuna struttura operativa complessa al raggiungimento degli obiettivi.

Dati questi che dovranno esserr divulgati per aiutare politici e amministratori e capire i problemi e per rasserenare gli animi. Un punto importante fa capo al riesame della delibera 929, e non per difendere duplicazioni ingiustificate ma per creare un’organizzazione efficiente. L’istituzione o la cancellazione di una Soc, sottolineano i primari, non può prescindere il rapporto tra numero di operatori, volumi e complessità delle attività, nel rispetto delle indicazioni del Regolamento nazionale sugli standard ospedalieri.

In relazione al redigendo protocollo d’intesa e del successivo atto aziendale i primari chiedono il coinvolgimento di una rappresentanza dei direttori ospedalieri del dipartimento in analogia a quanto avviene per i colleghi direttori di dipartimento universitari, così come è avvenuto in occasione della stesura dei documenti precedenti.

La chiave per interpretare correttamente pretese, proteste e proposte, per i primari è nella valutazione oggettiva delle strutture e dei direttori.

Per questo in qualità di medici ospedalieri chiedono di essere valutati sulla base dei curricula, dell’attività svolta e dei risultati misurabili all’interno delle rispettive Strutture operative, indipendetemente dall’appartenenza giuridica, nel farlo elencano gli obiettivi e i risultati che li hanno visti impegnati in questi anni. Infine i criteri di affidamento degli incarichi.

«L’intesa tra il rettore e il direttore generale – osservano – deve perseguire l’unico fine di preporre agli stessi le persone con le caratteristiche migliori per perseguire la mission aziendale: assistenza, didattica e ricerca integrate, come deve essere negli ospedali accademici selezionando tra il personale ospedaliero e quello universitario, senza pregiudizi, le migliori professionalità».

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