Primi super-vitigni al debutto FOTO

Presentati ai vivai di Rauscedo i risultati di 15 anni di ricerca all’università

RAUSCEDO. Un sogno che diventa realtà. È quello dei ricercatori dell’università degli studi di Udine che, dopo l’anteprima aperta ai soli addetti ai lavori di un paio di mesi fa, hanno presentato ufficialmente ieri, nella sede dei Vivai Cooperativi di Rauscedo (in provincia di Pordenone), nel corso di un incontro tecnico e di degustazione, i risultati delle microvinificazioni sperimentali condotte presso il Centro sperimentale Casa 40 e realizzate dalle nuove varietà di vite da vino resistenti alle malattie, le prime prodotte in Italia, dopo ben quindici anni di studio e lavoro condotti in collaborazione con l’Istituto di genomica applicata di Udine.

A fare gli onori di casa, accanto al vice governatore della Regione, Sergio Bolzonello, e al sindaco di San Giorgio della Richinvelda, Michele Leon, sono stati il presidente dei Vivai Cooperativi Rauscedo, Pietro D’Andrea e il rettore dell’università di Udine, Cristiana Compagno, che, insieme al direttore generale dell’ateneo, Clara Coviello, hanno aperto i lavori ricordando il grande valore scientifico di un progetto di rilevanza internazionale, che è nato e si è sviluppato in Friuli.

Si tratta di un progetto che affonda le radici nel lontano 1998 epoca in cui, i ricercatori dell’ateneo friulano – per rispondere alla situazione critica della viticoltura in Europa che, pur occupando soltanto il 3,3 per cento della superficie agricola, utilizza ben il 65 per cento dei funghicidi impiegati in agricoltura (62 mila tonnellate di pesticidi impiegati per anno – secondo Eurostat 2007) – riuscirono ad ottenere dalla Regione un primo contributo utilizzato per iniziare un programma di incrocio e selezione al fine di ottenere nuove varietà di viti resistenti alle malattie, con il principale scopo di ridurre l’utilizzo dei pesticidi.

Da allora, procedendo passo dopo passo, si è arrivati alla svolta nel 2006 con la nascita dell’Istituto di Genomica applicata e l’obiettivo di arrivare al sequenziamento del genoma della vite nell’ambito di un consorzio italo- francese.

Nel 2007, la conclusione dell’impresa (costata complessivamente 2 milioni di euro fra fondi pubblici e privati) e la pubblicazione dei risultati della ricerca sulla rivista scientifica internazionale Nature, grazie al sostegno finanziario assicurato dai Vivai cooperativi di Rauscedo, dalle fondazioni bancarie della regione e da alcuni produttori.

Quindi il lavoro di incrocio e selezione dei docenti dell’Università di Udine, Michele Morgante, Enrico Peterlunger, Raffaele Testolin, Guido Cipriani, Gabriele Di Gaspero e Simone Diego Castellarin, affiancati da una ventina di collaboratori.

«Il risultato oggi ottenuto – ha spiegato Raffaele Testolin, animatore del gruppo di ricerca – è importante e di grande interesse per i produttori. Altri Paesi stanno lavorando a progetti simili da oltre cento anni e alcuni hanno ottenuto varietà interessanti. Tuttavia, le varietà già ottenute hanno tutte un ciclo corto, maturano troppo presto e sono adatte soltanto ai climi più freddi dell’Europa continentale».

A un passo dalla brevettazione europea, moltiplicazione e inserimento nel registro nazionale del ministero delle Politiche agricole, l’interesse per i risultati della ricerca è destinato a crescere non soltanto sul territorio del Friuli Venezia Giulia, ma in tutta Italia e in Europa.

In viticoltura, infatti, i costi di produzione sono rilevanti a causa del numero elevato di interventi per la difesa dei vigneti, e la disponibilità di varietà che non richiedono trattamenti è molto attraente.

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