Privo di assicurazione impugna le sanzioni e ci rimette la macchina

Durante l’emergenza Covid un semplice controllo via radio aveva permesso ai militari dell’Arma di riscontrare come quell’auto stesse girando senza alcuna copertura assicurativa

Era stato sorpreso a circolare senza assicurazione nel pieno della pandemia e per questo gli erano state elevate pesanti sanzioni amministrative.

Opporsi a quei provvedimenti è costato ancora più caro, a un anziano dello Spilimberghese che ora si è visto pure confiscare la vettura, diventata così patrimonio dello Stato.

Il tutto ha preso avvio nell’ottobre del 2020, quando una pattuglia dei carabinieri della stazione di Meduno stava perlustrando il territorio di competenza e si è imbattuta nell’uomo, all’epoca ultrasessantenne e residente nel mandamento della cittadina del mosaico.

Erano le fasi più restrittive e cupe dell’emergenza Covid, con le forze dell’ordine chiamate a quotidiani tour de force per evitare fenomeni a rischio per la salute e l’ordine pubblico.

Un semplice controllo via radio aveva permesso ai militari dell’Arma di riscontrare come quell’auto stesse girando senza alcuna copertura assicurativa.

Erano quindi scattati l’immediato sequestro e i verbali di rito, impugnati dal diretto interessato che ne contestava vari aspetti formali e sostanziali. Il giudice di pace di Pordenone, Alessio D’Andrea, non si è detto dello stesso avviso e nel 2022 ha rigettato integralmente i ricorsi.

Nel frattempo, la Prefettura ha emesso un provvedimento parallelo di confisca del veicolo, come previsto dalla normativa. L’uomo ha ritenuto infondato anche questo atto, ma ha perso per la seconda volta.

E anche in questo caso, la sentenza porta la firma del giudice D’Andrea. Il residente nella Pedemontana ha allora appellato la nuova decisione avanti il tribunale di Pordenone.

E per lui il quadro si è fatto ancora più fosco: secondo il magistrato civile Elisa Tesco, che se ne è occupata in queste ultime settimane, il mezzo è stato infatti correttamente confiscato e deve essere ormai ritenuto di proprietà pubblica.

Non solo, il ricorrente deve pagare circa 2 mila euro di spese legali all’avvocatura dello Stato che ha assistito la Prefettura nella vertenza. Confermando la sentenza di primo grado, il tribunale ha condannato il cittadino a pagare anche un contributo unificato raddoppiato, cioè la tassa iniziale che si versa per attivare un contenzioso di questo genere.

Di fatto, è una sorta di multa ulteriore addebitata a chi avvia cause non meritevoli di attenzione, intasando così la macchina della giustizia. In definitiva, una brutta pensata, per l’utente della strada, quella di mettersi alla guida senza i requisiti di legge.

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