Processo Usoni-Bardelli, c’è un maxi dissequestro

Partito il dibattimento in aula per le società in Lussemburgo: la difesa chiede il proscioglimento. Restituiti beni e conti correnti per 1,9 milioni
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
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UDINE. È partito ieri, non senza colpi di scena, il processo a carico di Antonio Maria Bardelli 60 anni di Moruzzo e del commercialista udinese di 48 anni Gianattilio Usoni, travolti dall’inchiesta in relazione alla presunta esistenza di società esterovestite, una complessa rete di imprese nate in paradisi fiscali per “dribblare il Fisco”.

Il processo si innesta nell’indagine della Procura di Udine che, il 17 maggio 2013, portò al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni, azioni e conti correnti nei confronti di sei dei nove “vip” dell’economia friulana finiti sotto inchiesta per una presunta maxi evasione fiscale.

Ecco la mappa dei beni confiscati realizzata da Confiscati Bene (dati dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati)

Il processo si è aperto con una richiesta da parte dell’avvocato Giovanni Paolo Businello, difensiore di Bardelli, di proscioglimento predibattimentale nei confronti del suo assitito. Per Businello, la recente modifica in materia di abuso di diritto escluderebbe la rilevanza penale dell’esterovestizione. La richiesta è stata respinta del giudice, il quale ha disposto l’ammissione dei testi e dei consulenti presentati dalle difese e dalla pubblica accusa rappresentata dal pm Marco Panzeri.

«Fermo restando che non esiste esterovestizione – ha dichiarato l’avvocato Maurizio Miculan per la difesa Usoni – il fatto che l’Agenzia delle entrate stessa abbia ricondotto l’importo asseritamente evaso sotto la soglia penale è il miglior viatico per affrontare un processo che porti all’assoluzione di entrambi gli imputati».

Nei confronti di Bardelli e Usoni, a quell’epoca fu disposto un sequestro di beni immobili e conti correnti per 1 milione 953 mila euro. A distanza di tempo, però è intervenuto il dissequestro di quei beni.

La tesi dell’accusa verte intorno al ruolo della società esterovestita Financiere Concorde con sede formale in Lussemburgo e sede effettiva a Udine di cui Bardelli sarebbe stato amministratore di fatto dalla costituzione nel marzo 1996 all’aprile ’98 e da tale data socio di maggioranza, mentre Usoni avrebbe ricoperto il ruolo di amministratore di fatto dalla costituzione. In qualità di commercialista di fiducia di Bardelli, secondo l’accusa Usoni sarebbe stato inoltre l’ideatore e principale e il fautore della costituzione della società e delle operazioni a essa connesse.

Secondo la tesi accusatoria, per evadere le imposte i due imputati non avrebbero presentato la dichiarazione fiscale relativa all’anno di imposta 2008 (chiuso dalla Financiere Concorde con il risultato di esercizio di 1.220.827) così evadendo Ires per un ammontare di 335.727. Avrebbero inoltre omesso di presentare la dichiarazione relativa all’anno di imposta successivo (chiuso con un risultato di 420.4252 euro) evadendo imposte per un ammontare di 115.624 euro.

La prossima udienza è stata fissata per il 18 dicembre, quando sfileranno cinque fra testimoni e consulenti.

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