Procreazione assistita Si ricavano gli spazi nel padiglione ex Usa

Trasferimento da Pordenone all’ospedale di Sacile I locali sono abbandonati dal 2006. Costo: 200 mila euro

SACILE. Procreazione assistita nell’ospedale a Sacile: la mette in conto la riforma sanitaria regionale. «La specialità trasferita da Pordenone – ha confermato l’ipotesi Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda ospedaliera – nel padiglione Meneghini», dove i medici americani della Base di Aviano hanno abbandonato reparti e macchinari pochi anni dopo l’attacco alle Twin Tower per ragioni di sicurezza.

I locali, vuoti e inutilizzati dal 2006, sono in uno stato di abbandono totale. Si punta al recupero del secondo piano del padiglione, dove si curavano i “top gun” con i militari statunitensi in servizio nella Pedemontana. «I locali – ha confermato il direttore della struttura complessa di medicina Giorgio Siro Carniello con il sindaco Roberto Ceraolo nella visita del presidente della Regione Debora Serracchiani – garantiranno spazi sufficienti per la realizzazione del progetto. Così da qualificare Sacile come un polo di procreazione assistita».

A gennaio 2015 dovrebbe partire lo studio di fattibilità: costi previsti 50 mila euro per la prima tranche di riatto delle camere e dei reparti. Altri 150 mila euro sono da mettere in conto per il recupero della sala operatoria e dei laboratori. Numeri a braccio: le risorse andranno poi pianificate al dettaglio. «L’ospedale di Sacile manterrà i posti letto di medicina generale così come il punto di primo intervento (pronto soccorso) e alle sue funzioni se ne aggiungeranno altre, a partire dalla procreazione medicalmente assistita». Lo aveva confermato in luglio la presidente Serracchiani con l’assessore alla salute Maria Sandra Telesca al primo cittadino Ceraolo: dopo 40 giorni la conferma.

Per rilanciare l’ospedale, la fecondazione assistita è una possibilità. La riforma sanitaria mette sulla bilancia il cambio di marcia del pronto soccorso, che diventerà un punto di primo intervento. Sull’altro piatto potrebbe dare una spallata alle perdite la nuova specialità della procreazione assistita, che dirà addio all’ospedale di Pordenone. I camici bianchi e la politica locale ci scommettono. Di oggettivo c’è l’impennata di richieste nell’ospedale di Pordenone: tante coppie giovani hanno problemi di sterilità. A Sacile si informano in tanti, allo sportello comunale e anche a quello sanitario. L’altro fattore è interprovinciale: ci sono liste d’attesa di tre anni all’Usl 9 di Oderzo. Sacile ha una posizione strategica che può attrarre flussi dal Veneto. «Al centro di Oderzo si rivolgono ogni anno oltre 1.200 coppie, con tempi di attesa pari a tre anni di media». Lo dicono le cronache sanitarie trevigiane. Tanti si avviliscono. Sacile sarà il centro ideale per smaltire le liste.

La ristrutturazione potrebbe ampliare l’offerta nella post-acuzie integrata con fisioterapia, riabilitazione, Rsa medicalizzata, dando spazio anche agli ambulatori dei medici di famiglia.

Chiara Benotti

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