Procura di Udine contro la senatrice sul tribunale di Tolmezzo

E' contrariata da una lettera della De Monte che chiede di bloccare il trasloco degli uffici giudiziari del capoluogo carnico: no a interferenze
Udine 24 Agosto 2013 palazzo prefattura Telefoto Copyright Petrusi Press / TURCO
Udine 24 Agosto 2013 palazzo prefattura Telefoto Copyright Petrusi Press / TURCO

UDINE. È arrivata ieri mattina, a poche ore dall’inizio delle operazioni di sgombero dei locali che, a breve, dovranno ospitare i pm e parte del personale amministrativo in arrivo dagli uffici giudiziari di Tolmezzo. Ma, come intuibile, non è bastata a interrompere i lavori, nè a convincere la Procura di Udine a sospendere ogni iniziativa, in attesa dell’ok definitivo del Governo alla prospettata chiusura del tribunale carnico.

Scritta su carta intestata del Senato e con tanto di avvertimento sul carattere d’urgenza della comunicazione, la lettera con cui Isabella De Monte, neoletta a palazzo Madama e tuttora sindaco di Pontebba, ha chiesto la sospensione del trasloco è riuscita soltanto a infastidire i vertici di via Lovaria. Quanto mai decisi, va da sè, a proseguire e completare l’iter entro la data “capestro” del 13 settembre, quando - terminata la pausa feriale - i tribunali riprenderanno a lavorare a pieno regime.

Lettera a sorpresa. Con tempismo eccezionale, seppur vano, la missiva della senatrice De Monte è stata recapitata ieri sul tavolo del procuratore capo di Udine, Antonio Biancardi, e dell’aggiunto, Raffaele Tito, su quello del presidente del tribunale di Udine, Alessandra Bottan, nonchè all’indirizzo dei rispettivi colleghi tolmezzini e del sindaco di Udine, Furio Honsell.

Obiettivo: “congelare” il trasferimento, fin tanto che non si conoscerà l’esito delle trattative ancora in corso a livello parlamentare per scongiurare il via libera romano. È la stessa senatrice a ricordarlo in premessa. «Il Governo - si legge - si è impegnato a valutare la possibilità di emanare un decreto correttivo entro il 12 settembre, per apportare correzioni concordate con le Commissioni di merito di Camera e Senato sulla riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie previste dal decreto legislativo».

La denuncia: soldi sprecati. Ecco perchè la decisione della Procura di sbloccare l’impasse e procedere comunque con l’allestimento delle nuove sedi deve essere parsa alla De Monte inopportuna. «Eventuali operazioni di trasloco degli uffici da Tolmezzo a Udine - scrive la senatrice - devono considerarsi premature, oltre che fonte di inutile sostenimento di spesa pubblica, nel caso di adozione di un decreto correttivo».

Tanto più, considerando che il ministro Cancellieri «ha dichiarato di voler incontrare nei prossimi giorni i componenti della Commissione giudiziaria della Camera dei deputati e del Senato». Da qui, la richiesta affinchè «non venga disposta alcuna operazione di trasloco, prima che sia decorso il termine di cui all’articolo 11 comma 2 D.lgs 7 settembre 2011 n.11». Prima, cioè, che anche l’ultimo filo di speranza sia veramente perduto.

La Procura: avanti così. Pretese a dir poco lunari, a giudicare dalla reazione suscitata dalla lettera negli ambienti della magistratura udinese.

«Siamo contrariati da questa forma di interferenza e ingerenza politica», hanno prontamente commentato i vertici della Procura di via Lovaria. Dove, come da tabellina di marcia, sin dalle 7 gli operai della ditta incaricata dei lavori erano all’opera con il trasferimento di mobili e incartamenti della Polizia giudiziaria - le sezioni dei Carabinieri, della Forestale e della Polizia municipale - nel vicino edificio di via della Prefettura. Quello che un tempo ospitava l’Inpdap e che ora, insieme al palazzo adiacente (civici 15 e 17), entrerà a fare parte della “cittadella giudiziaria” udinese.

Nella nuova dislocazione progettata nei mesi scorsi nel corso della serie di incontri tenuti con i tecnici comunali, al posto della Pg, al primo piano di via Lovaria, si insedieranno i colleghi magistrati in arrivo da Tolmezzo. L’allargamento del tribunale, invece, troverà sfogo oltre che nello stesso palazzo di Giustizia di largo Ospedale vecchio, anche nei quattro piano dell’immobile di via Percoto, di proprietà del Consorzio Ledra Tagliamento.

Completati l’arredo e gli allacciamenti delle utenze in via della Prefettura, gli operai si sposteranno in via Percoto. In una corsa contro il tempo, che forse soltanto l’accelerata impressa nelle scorse ore dalla Procura riuscirà a evitare al sistema di arenarsi ancor prima di inaugurare il suo nuovo corso.

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