Prosciutti Principe, gli affanni finanziari cominciati con lo sbarco nella terra del Parma

Piano industriale da 30 milioni senza finanziatori e l’incognita dei debiti pregressi. Così la famiglia pensava di uscire dalle secche prima del “no” della banca
Lasorte Trieste 28/12/18 - Via Ressel, Zona Industriale, Principe di S.Daniele, Punto Vendita e Stabilimento
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UDINE. Un piano da 30 milioni di euro. Dieci milioni di obbligazioni (l’emissione di un bond specifico) e 20 di credito bancario, denaro fresco.

Questo il progetto finanziario che avrebbe dovuto sostenere il rilancio del gruppo Kipre (che controlla Principe e King’s a San Daniele, uno stabilimento a Trieste e altri tra Parma e Vicenza), finito nelle secche dopo un lungo periodo di difficoltà. Difficoltà cominciate una decina di anni or sono, con l’acquisizione da parte della famiglia Dukcevich di due aziende in provincia di Parma.

Prosciuttificio Principe, la famiglia Dukcevich annuncia l’addio e accusa le banche
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Siamo nel 2007, alla vigilia della crisi economica che ovviamente non risparmia il settore agroalimentare. Investimento e recessione si tramutano in un mix letale per il gruppo triestino che arriva in coda al 2018 con il fiato corto e la necessità di un rilancio. Il piano industriale è pronto, le banche invece no. Così almeno stando a Mario Dukcevich e alla moglie Sonia, di famiglia udinese, che su “Il Sole 24 Ore”, con un’inserzione a pagamento, spiegano le proprie ragioni.

A metà strada tra lo sfogo e la denuncia. Stando a loro, gli istituti di credito, in particolare un grande gruppo, che fin qui hanno sostenuto la famiglia nell’attuazione del piano industriale hanno in parte fatto dietrofront rispetto al piano finanziario che avrebbe dovuto sostenere il rilancio. Un piano da 30 milioni di euro: 10 di obbligazioni, 20 di credito bancario.

Un istituto in particolare avrebbe deciso di dare forfait. Quale? Nei corridoi della finanza locale si parla di Banca Intesa. Per quale importo avrebbe tirato i remi in barca non è dato sapere, quel che si sa è però che l’esposizione finanziaria del gruppo è importante. Si parla di alcune decine di milioni di euro. Non stupisce.

Prosciuttificio Principe, uno o più istituti hanno giudicato «non sostenibile» il piano industriale
ANTEPRIMA San Daniele 10 OTTOBRE 2006.Prosciuttificio Principe Copyright Massimo Turco Foto Agency Anteprima Udine

Oltre al rilancio dell’azienda e dunque al sostegno degli investimenti previsti dal piano industriale nel caso del gruppo triestino, le banche sono partner essenziali per i prosciuttifici, business del tutto particolari in quanto vantano prodotti che arrivano a maturazione nell’arco di molti mesi e necessitano quindi di linee di credito per far fronte al pagamento dei fornitori.

Nel caso di Principe e King’s il magazzino vanta qualcosa come 400mila prosciutti per un valore, a spanne, di 50, anche 60 milioni di euro, “inservibili” però per tutta la durata della stagionatura. Ci vogliono infatti 15 mesi per metterli sul mercato. Ecco che il credito diventa fondamentale. Le banche giocano un ruolo da protagoniste, nel bene e nel male.

Così anche stavolta, «chi prima aveva assicurato consenso e sostegno, poi, senza nemmeno una spiegazione né alcuna comunicazione, ha reso vano ogni nostro sforzo di sostenere un piano industriale» scrivono i Dukcevich sul “Sole” annunciando la decisione di «non dar esecuzione a nessun progetto» e affidare a un advisor (un pool di avvocati e consulenti) l’incarico di valutare tutte le opzioni possibili. Compresa la cessione degli asset. Con una raccomandazione: la continuità aziendale.

Del Piero: Friuli più povero se tutto si decide altrove

Nell’interesse delle imprese, dei lavoratori, dell’indotto. Non sarà necessario aspettare molto per capire quali saranno i prossimi passi. L’azienda pare infatti intenzionata a rompere il silenzio prima che i calici si alzino per brindare all’anno nuovo, con una nota che dovrebbe essere diffusa domani, giorno di San Silvestro.

Sempre stando a voci di corridoio la via probabile sarebbe quella della procedura concorsuale, che consentirebbe alla società di prendere tempo per guardarsi attorno e trovare una via d’uscita considerata anche la buona patrimonializzazione. E guardarsi intorno in questo caso non significherebbe guardare oltre confine, come si potrebbe pensare leggendo alla lettera il dettato consegnato dai Dukcevich al Sole 24 Ore dove invitano i figli a “scappare” all’estero.

Che al timone in un prossimo futuro ci siano loro o che arrivi un nuovo imprenditore, le aziende del gruppo resteranno in loco e non potrebbe essere diversamente visto che Principe e King’s a San Daniele producono l’omonima fettina rosa Dop, un prodotto a denominazione di origine protetta che non può “nascere” se non all’interno del comune collinare.

Una parziale garanzia per i 130 dipendenti a libro paga (altri 70 dell’indotto) dell’azienda in Friuli che nondimeno sono stati colpiti a sorpresa dalla dura presa di posizione di marito e moglie imprenditori e attendono in apprensione di capire quale futuro si prospetta per le aziende del gruppo e dunque per i loro posti di lavoro.
 

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