Prosciutti Principe, nel bilancio tutte le difficoltà finanziarie: ecco il maxi debito con banche e fornitori

La Kipre holding, che controlla i marchi Principe e King’s, ha accumulato passivi per quasi 130 milioni. Patrimonio di 59

Debiti per quasi 130 milioni di euro. A fine 2017 tanta era l’esposizione di Kipre holding spa – che controlla i marchi Principe e King’s – certificata dal bilancio consolidato che d’altro canto fotografava una situazione patrimoniale in salute grazie a un valore degli stabilimenti pari a 67 milioni di euro e un attivo circolante, tra valore del prodotto a magazzino e crediti verso i clienti, di 111 milioni. Il conto economico chiudeva in attivo: +1,3 milioni di euro (pagate le imposte).

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L’esposizione importante era insomma ben controbilanciata (un anno fa, come del resto il precedente) da immobili, valore a magazzino, crediti esigibili e infine da un patrimonio netto di 59 milioni di euro. Il piano di rilancio messo nero su bianco dai Dukcevich posava su queste basi e ambiva, con il sostegno delle banche, a centrare nell’arco di un quadriennio l’obiettivo dei 200 milioni di fatturato partendo dai 160 milioni del 2017. Un aumento di circa il 10 percento anno su anno. Niente di fantascientifico eppure non tutte le banche ci hanno creduto. Uno degli istituti di credito che avrebbe dovuto sostenere il piano (Banca Intesa) alla fine ha ritirato la mano e “spinto” i Dukcevich alla dura presa di posizione sul Sole 24 Ore che ha scosso le imprese di famiglie e con quelle gli ambienti politici ed economici della regione. Ma torniamo ai numeri.

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Passività

Il patrimonio netto (che contabilmente è debito nei confronti dei soci) pesava al 31 dicembre 2017 per 59.107 milioni euro. I debiti superavano abbondantemente i 100 milioni di euro. Le società del gruppo ne avevano infatti per un totale di 129,5 milioni di euro di cui 71,4 milioni verso le banche e 45,9 verso i fornitori. Nella gran parte si trattava di debito a breve termine (entro i 12 mesi): ben 43 milioni di debito con le banche e 45 con i fornitori avevano a fine 2017 questa caratteristica. In soldoni, dovevano essere rimborsati nell’arco di un anno. Un tempo stretto per rientrare di due terzi dell’esposizione, che certo ha influito sulla difficoltà del gruppo, causata non dalla mancanza di solidità della società, ma da una tensione finanziaria che la famiglia di imprenditori triestini stava cercando di risolvere. Con un piano di rilancio da 30 milioni di euro (20 di debito e 30 di obbligazioni) messo a punto dai Dukcevich per rilanciare commercialmente il gruppo, puntando in particolare sull’espansione all’estero, e con una probabile ricontrattazione dei tempi di rientro del debito che avrebbe dato un po’ di respiro a Kipre. Società che tuttavia, come detto, dal punto di vista dello stato patrimoniale dimostrava, sempre a bilancio consolidato, una certa solidità.

Patrimonio

Terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature commerciali e industriali – leggi: il patrimonio materiale del gruppo – vale 67,9 milioni di euro cui si aggiungono 30 milioni di crediti verso i clienti (denaro che deve ancora essere riscosso) e il valore delle rimanenze a magazzino che ammonta a 64,9 milioni di euro (di cui ben 58 milioni è il valore dei prodotti in corso di lavorazione e dei semilavorati). È dunque questo dato la ragione di una parte considerevole dell’esposizione nei confronti delle banche. Il magazzino ha quindi una rotazione lenta e viene per questo finanziato con prestiti a breve termine.

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ANTEPRIMA San Daniele 10 OTTOBRE 2006.Prosciuttificio Principe Copyright Massimo Turco Foto Agency Anteprima Udine


Conto economico

Il valore della produzione a fine 2017 era di 163,1 milioni di euro di cui 161 di ricavi da vendite. Il costo ammontava invece a 156 milioni di cui 100 milioni di materie prime; 32 di servizi; 13,7 di personale; 5,8 di ammortamenti e svalutazioni. Saldo: 7,2 milioni di euro che, tolte le tasse e gli oneri finanziari, hanno fatto chiudere a Kipre l’esercizio con un utile netto pari a 1,359 milioni di euro.

La vertenza

Ieri l’azienda si è fatta sentire con un nuovo comunicato che ne annuncia uno più corposo per oggi. «La famiglia Dukcevich conferma che gli advisor stanno lavorando per le migliori soluzioni necessarie a garantire continuità all’attività delle aziende del gruppo e per tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte» si legge nella nota che per oggi annuncia «una serie di incontri necessari a portare alla definizione delle soluzioni operative. È in corso di definizione anche l’agenda di incontri da proporre alle parti sociali, che verrà comunicata dopo le assemblee con i lavoratori. Allo stato – conclude la stringata comunicazione – non sono previsti fermi di produzione né blocchi delle vendite».

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