Protesta anti-Ogm, Vivaro blindata FOTO - VIDEO
PORDENONE. Vivaro torna ad essere il teatro di incontro-confronto - e si spera non di scontro – sul tema degli Ogm. Perché, dopo la vittoria legale di Giorgio Fidenato e la successiva semina di Mon 810 da parte dell’imprenditore, ma anche da parte di altri agricoltori che fanno riferimento all’associazione Futuragra (nata proprio a Vivaro), le associazioni ambientaliste e tutto il mondo contrario alla diffusione del biotech in regione e in Italia, ha deciso di tornare in pressing sulla politica e la Regione in primis.
Oggi alle 10, in una Vivaro blindata per paura che la presenza di una folta rappresentanza dei centri sociali trasformi la manifestazione in un’invasione ai campi Ogm, il popolo contrario alle colture transgeniche riprenderà a far sentire la sua voce.
Nel coordinamento anti-Ogm che questa mattina stazionerà davanti ai campi di Fidenato ci sono associazioni -Aiab-Fvg, Aprobio, Isde, Legambiente e Wwf le principali -, ma ci sono anche esponenti politici. Dall’europarlamentare Andrea Zanoni, agli esponenti del movimento 5 stelle (parlamentari, consiglieri regionali e militanti).
E poi ci saranno i rappresentanti dei centri sociali del Nordest (associazione Yabasta) e che assieme ad amministratori locali e ad esponenti del mondo cooperativo che intendono avviare una mobilitazione permanente contro gli Ogm e forme di agricoltura che mettano in pericolo la biodiversità.
«A due anni di distanza, Fidenato e i suoi accoliti ci riprovano – scrivono gli esponenti di Ya basta -, dopo aver ottenuto ragione dalla Corte Europea sulla base di, dice la Corte, mancanze nella legge italiana, l’impossibilità di vietare una coltura regolarmente presente nel registro dell’Efsa, e la classica inversione dell’onere della prova della pericolosità degli Ogm. Vi sono fondate ragioni per pensare che anche tecnicamente la sentenza sia errata ma in realtà, sebbene sia utile usare ogni strumento a disposizione, il punto ora è un altro. A livello europeo il tentativo è di creare una legittimità forzata all’inserimento delle colture Ogm in barba ad ogni volontà locale o nazionale: cibo e Ogm sono un vero e proprio terreno di scontro, un terreno su cui si sta costruendo un diritto, imposto dall'alto come in altri ambiti. È necessario quindi costruire una coalizione sociale larga, capace di esprimere una reazione di comunità» è la proposta.
Le associazioni nel frattempo si sono mosse, con una lettera alla presidente Debora Serracchiani e all’assessore all’agricoltura Sergio Bolzonello, chiedendo che la Regione «agisca a tutela dei produttori che non hanno usato semente Ogm, attivando subito un monitoraggio in campo. Attendere oltre significa mettere a repentaglio il valore delle granelle che verranno a breve stoccate in modo collettivo, rendendo vano ogni tentativo di valorizzazione di filiere non-Ogm».
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