Proteste anti-rumori al “Giordani”
PORDENONE. «All’1.20 di notte, anche domenica scorsa, ho chiamato i carabinieri. In via Prasecco, da 10 anni, viviamo un inferno».
Denis Ograjsek vive di fronte al Deposito Giordani e non si dà pace quando l’eco dei decibel gli entra in camera da letto.
«La festa di fine stagione nel Deposito mi ha messo ko – ha raccontato a nome dei residenti dopo avere smaltito l’insonnia –. Il concerto di Marty McFly e il party sono stati in casa mia, per quanto di riflesso».
«Volume alto, porte aperte al Deposito Giordani – ha elencato i disagi il pordenonese, che parcheggia il camion davanti a casa per creare in muro sonoro –. Domenica notte mancavano anche i “buttafuori” e quindi il popolo della notte ha alzato il volume di coretti e urla anche negli spazi esterni e via Prasecco. Ho dovuto prendere un tranquillante: siamo allo stremo con questo inquinamento acustico che ci toglie il diritto al sonno e al riposo da troppi anni».
Il party di fine stagione potrebbe essere l’inizio di un periodo tranquillo, almeno fino all’autunno.
«Macchè – ha proseguito Ograjsek –. Affittano il capannone e non ci sarà pace con le feste studentesche o con i gruppi di immigrati che celebrano ricorrenze nazionali. Non dimenticherò mai la mattina della vigilia di Natale 2014 – ha rievocato –. Il condominio era circondato da sporcizia, rifiuti biologici, vomito. L’associazione Aquanova ci dia una mano in via Prasecco. Intanto noi lottiamo contro il rumore, anche se non siamo contro la musica».
«La gestione del Deposito è della Regione. Come può sostenerla in tempi di crisi di risorse pubbliche, questo ente pubblico?» si è chiesto speranzoso Ograjsek. Ma sono molti di più coloro che sperano che la struttura rimanga aperta, magari risolvendo i problemi di chi ci abita intorno.
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