Provincia addio, si punta alla “grande Pordenone”
PORDENONE. La disponibilità dei sindaci di Pordenone, Cordenons, San Quirino e Roveredo in Piano per partire con le sinergie nei servizi c’è, ora si attendono gli strumenti applicativi. La tavola rotonda promossa dall’associazione Norberto Bobbio a Pordenone ha avuto l’effetto di rilanciare il conurbamento vuoi per la necessità di razionalizzare le risorse, vuoi per buon senso.
I sindaci Claudio Pedrotti, Mario Ongaro, Corrado Della Mattia e Sergio Bergnach (assente giustificato quello di Porcia Stefano Turchet) hanno dato la loro disponibilità ad intraprendere il percorso verso la città da 92 mila abitanti ora che la Regione, nonostante la sentenza della Corte costituzionale, sembra sempre più intenzionata a cancellare le Province.
Ad auspicare un sistema duale è stato il consigliere regionale del Pd, Renzo Liva, moderato del dibattito, che ha auspicato un assetto con «da una parte la Regione, chiamata a compiti di programmazione, e dall’altra i Comuni».
I 4 sindaci si sono detti pronti a sperimentare nuove forme di aggregazioni «pur nel rispetto - ha specificato Bergnach - dell’identità di ciascuno». Roveredo in Piano, San Quirino e Cordenons sono pronti a condividere servizi, seguendo esperienze positive come la gestione della Polizia municipale tra la città e per l’appunto Roveredo, ma non vogliono correre il rischio di diventare un quartiere periferico di Pordenone.
Fondamentale, però, dovrà essere il contributo della Regione chiamata a fornire il necessario supporto. L’assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin, ha ribadito la volontà della giunta di cancellare le Province, accompagnata dall’introduzione di «forme obbligatorie di consorzio. Deve esserci omogeneità, evitare forme a geometrie variabili. La regia deve essere anche pianificatoria».
La forma giuridica migliore, secondo l’assessore, è la convenzione tra i Comuni. Alcune funzioni svolte adesso dagli enti intermedi - è l’idea di Panontin - possono essere svolte dalle aggregazioni tra i Comuni. Con una novità anche nei trasferimenti regionali in conto capitale o in spesa corrente, senza vincoli, ad eccezione per le opere strategiche, «anche per responsabilizzare i Comuni».
Per Panontin l’obiettivo dell’organizzazione si può raggiungere in tempi ragionevoli, comunque entro il 2014. Una piattaforma sulla quale i sindaci si sono trovati d’accordo. «La Regione - ha aggiunto Bergnach - ci deve dare indirizzi precisi e personalità giuridica».
Pedrotti vede come primo passaggio indispensabile l’investimento anche nelle nuove tecnologie, come software standardizzati per i Comuni. «Proviamo a giocarci la partita - ha detto Della Mattia - sono convinto che le convenzioni siano lo strumento indispensabile». Ha spiegato di non gradire la parola «conurbazione perché qui nessuno conquista nessuno».
Per Mario Ongaro «dobbiamo pensare che il progetto non è solo giustificato dalla crisi, ma buono in sé». Se c’è un terreno fertile, ha chiosato Liva, «va coltivato fissando da subito un primo appuntamento».
La cautela, d’altronde, è d’obbligo visto che le esperienze del passato sono andate nel senso esattamente opposto rispetto a quello di mettere insieme i servizi come è accaduto con le associazioni tra Comuni dove il capoluogo è rimasto solo insieme a Roveredo.
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