Pugno di ferro di Serracchiani: portaborse, no al doppio lavoro

TRIESTE. Non è usuale che la presidente della Regione firmi un emendamento a una legge. Ieri alle 10.17 è successo. Di suo pungo ha tolto dall’imbarazzo centrosinistra e centrodestra e ha detto dove deve arrivare l’amministrazione regionale in fatto di personale. Nel caso specifico si tratta dei portaborse dei gruppi, i collaboratori assunti a tempo determinato.
Che d’ora in poi non potranno più svolgere un altro lavoro o avere una partita Iva. Nonostante le obiezioni del centrosinistra, Pd e Cittadini in testa, la presidente è netta, soprattutto perché si tratta di persone pagate con soldi pubblici. Già in commissione era stato il direttore generale della Regione, Roberto Finardi, a spiegare la necessità di porre il limite ai dipendenti delle forze politiche, allineando anche loro alle regole che valgono per tutto il personale della Regione. Ma la richiesta di modifica della legge non veniva presentata da nessuno. E così ci ha pensato Serracchiani.
L’emendamento sarà un articolo aggiuntivo al disegno di legge che taglia i vitalizi agli ex e che sarà oggi all’esame del Consiglio. La sollecitazione era già arrivata mesi fa, proprio dalla giunta regionale. Perché ai dipendenti della Regione, assunti a tempo indeterminato e full time, non è concesso svolgere altri mestieri. Si chiama clausola di esclusività.
Una norma che ai portaborse non è mai stata applicata. Perché – è l’obiezione bipartisan dei più – si tratta in prevalenza di collaboratori assunti per cinque anni, o meno, che hanno diritto di mantenere i propri impegni professionali, ai quali sono costretti a ritornare a tempo pieno una volta finita l’esperienza in Regione. È vero che, nel caso di vittoria del consigliere con cui un dipendente è entrato nello staff del Consiglio, quel dipendente di norma viene riconfermato.
Ed è anche vero che ci sono collaboratori di gruppi che hanno esperienze ultra decennali, anche se sempre rinnovate con contratti a termine. È stato Finardi a spiegare che le regole di trasparenza e contro la corruzione proibiscono deroghe. E quindi anche i collaboratori dovranno sottostare alla norma di esclusività.
Discorso diverso quello del personale part time, assunto a tempo determinato, che per legge nazionale può invece mantenere impegni professionali all’esterno della Regione. Una deroga però che vale per tutti, non solo per i portaborse.
Molti consiglieri continuano a storcere il naso. Spiegano che in tempi di flessibilità è inopportuno irrigidire le norme. Non solo. Con il nuovo sistema è possibile che invece di farsi assumere a tempo determinato i portaborse chiedano un contratto esterno alla Regione di collaborazione e consulenza, così da poter mantenere più impegni. Difficile che Serracchiani cambi idea.
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