Qual è l’importanza del nome? Ce lo ha spiegato Edith Bruck

Secondo la scrittrice vi è racchiuso il senso della nostra stessa esistenza Dall'anonimato all'integrazione, dalla fama sui social al significato politico
Denida Doda





Il nome è ciò che riceviamo subito dopo il grande dono della vita ed è l’unica cosa che, forse, rimarrà di noi quando non ci saremo più. È quello che ci identifica ma che noi stessi definiamo. Nel nome è concentrata l’essenza dell’essere. Abbiamo un nome perché qualcuno ci possa chiamare, perché qualcuno ha bisogno di noi, “esistiamo”. I nomi possono contenere tracce del nostro passato, della nostra provenienza o possono essere parole prive di significato che aspettano di riceverne uno. La nostra ricerca riguarda l’ambito sociale ma anche politico. Collegando l’argomento alla migrazione abbiamo considerato diversi aspetti dei nomi.

Ho avuto l’onore di intervistare la scrittrice di origine ungherese Edith Bruck, il cui libro “Il pane perduto” è candidato al Premio Strega 2021. Ho discusso con lei di temi di attualità come ad esempio la questione dei migranti ai giorni nostri e i suoi punti di vista riguardo alla nostra società, ai giovani e al futuro. Lei stessa ha viaggiato molto nella sua vita e sa che cosa significa essere uno straniero. Il suo primo viaggio aveva come destinazione Auschwitz. Anonimato è la parola chiave della mia ricerca e intervistare una testimone della Shoah mi ha permesso di capire che cosa significa veramente essere anonimi, avere la propria identità rimossa, essere cancellati ma allo stesso tempo marchiati.

Nada el Maazouzi si è concentrata soprattutto sull’integrazione degli stranieri attraverso le piattaforme social, sul significato che rappresenta la fama legata al proprio nome sui social media. Nada ha avuto l’occasione di intervistare giovani influencer come LaDokkalia, Heni Hl.

Giulia Pecoraro, invece, ha intervistato una ragazza siriana di nome Mariana, che studia architettura a Milano. Questa ragazza fa parte di un progetto che aiuta studenti siriani in cerca di una vita migliore a raggiungere l’Italia per poter continuare i loro studi. Il progetto di cui fa parte Mariana non rappresenta solamente un grande supporto economico per questi giovani ma agevola anche molte questioni burocratiche.

Infine Mariana ha condiviso la sua esperienza raccontando a Giulia che cosa significa essere un studentessa siriana in Italia. Ha parlato anche di un tema molto importante: il ruolo delle nuove generazioni in Siria. —

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