Quando il Convitto era il cuore della scuola

La storia raccontata in un libro dall’ex educatore Erminio Plino: esperienza di vita senza precedenti

POZZUOLO

È stata ricca di stimoli, di ricordi e di suggestioni la cerimonia di apertura del 130° anniversario di fondazione della Scuola Agraria ”Stefano Sabbatini” di Pozzuolo, ora sede associata dell’Isis “Linussio di Codroipo”. Era lo scorso 26 marzo. Da allora c’è stato un susseguirsi di iniziative che culmineranno, sabato prossimo, con l’Open day (dalle 9 alle 12.30) per quanti vorranno scoprire laboratori, serre, vigneti, orti che fanno da “aula”.

E tra le iniziative non si può non citare il libro “Il Convitto e la scuola agraria del Friuli nei loro 130 anni di storia”, di Erminio Polo, l’ex educatore del Convitto, oggi pensionato. E non è un caso che questo libro – come si legge – racconta la storia della Scuola agraria di Pozzuolo soprattutto da una visuale che gli altri libri mettono meno in evidenza. E cioè dalla parte del Convitto. Perché gli alunni di questa scuola dovevano essere interni alla scuola stessa, ospitati nel suo Convitto, il quale era la parte essenziale del Testamento fondativo di tutta questa grande struttura e di tutta la sua vicenda educativa e scolastica. Il libro è stato presentato lo scorso 14 maggio, nell’auditorium dell’Istituto agrario (durante lo stesso incontro sono state anche consegnate le Borse di studio della Fondazione co. Stefano Sabbatini). Per Polo quella del Convitto è stata «un’esperienza fondamentale perché si inseriva in un desiderio di condividere con i ragazzi il loro desiderio di riscatto». Polo si è diplomato allo Stellini. Poi ha fatto l’università del seminario. Era arrivato al Convitto con il desiderio di rendersi utile per le giovani generazioni, condividendo la loro scelta professionale. «Ho lavorato credendo sempre che la scuola dovesse essere fonte di arricchimento e non un’isola distaccata dal vivere quotidiano. Per me è stata una grande esperienza umana, vissuta non soltanto come educatore, ma anche come animatore culturale». (d.pe.)

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