Quando il fascismo lanciò la battaglia del grano

“Autarchia, bonifiche, città nuove”: la storia di Torviscosa e dell’Italia anni 30 Dal 1º marzo una mostra documentaria

La battaglia del grano: autarchia, bonifiche, città nuove. Ecco la mostra, presentata a Roma, che sarà si apre sabato 1º marzo alle 17.30 a Torviscosa, nella sede del Centro Informazione Documentazione. Sarà un'eccezionale esposizione di documenti originali, manifesti, locandine, libri illustrati, cartoline, sculture, oggetti e ricostruzioni ambientali per descrivere il tessuto economico, sociale e culturale dell'Italia negli anni Trenta e la mobilitazione anche mediatica con cui il regime fascista accompagnò il programma politico e di riforma agraria noto come “battaglia del grano”. La localizzazione non è casuale: Torviscosa è infatti una delle città nuove oggetto della mostra ed è inoltre allo stesso tempo una company town, perché la sua fondazione è legata a una grande azienda italiana, la Snia Viscosa. E la mostra (visitabile fino al 30 ottobre, il sabato e la domenica, dalle 10 alle 20, catalogo Edizioni Novecento), s’inserisce in un più ampio progetto finanziato dall'Unione Europea che prevede interventi di valorizzazione complessiva dell’archeologia industriale presente a Torviscosa.

Tre sono le sezioni della rassegna, curata da Roberta Sciarretta, dedicate rispettivamente a Battaglia del grano e autarchia, Bonifiche, Città nuove. La prima si apre con un'analisi storica sull'economia italiana tra le due guerre, mettendo in rilievo la stretta connessione tra le politiche autarchiche e la bonifica integrale. Il tema dell'autarchia rientra in tutte le strategie di propaganda del regime e l'illustrazione diviene il principale mezzo per diffondere gli obiettivi della politica fascista: cartelloni, calendari, cartoline, locandine dedicate a settimane autarchiche ricoprono l'Italia e molti sono gli artisti che si cimentano nel tema, come Dudovich, Nizzoli, Depero, Melis, Venna, Metlicovitz, Roveroni, Micaelles... La seconda sezione, Bonifiche, prende le mosse dalla descrizione di tutti i tentativi di risanamento idrogeologico dell'Italia nel corso dei secoli e prosegue con l'analisi della legislazione fascista in materia. la terza sezione, Città nuove, analizza i motivi economici e sociali che portarono alla creazione di nuovi centri urbani e rurali.

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