Quanto sopravvive il virus su scarpe, asfalto, vestiti e altre superfici? Sei domande (e risposte) sul rischio contagio

Il Covid può resistere anche ore ma il contagio è improbabile perché la carica virale precipita. Resta fondamentale non mettersi le mani in bocca e la disinfezione delle superfici. Occhio alle bufale dei messaggi su WhatsApp

Coronavirus, le regole igieniche da seguire a casa - Videoscheda

«Stasera ci ha telefonato uno dei nostri amici medici di Milano e ci ha caldamente consigliato di utilizzare solo un paio di scarpe per andare fuori». Comincia così un messaggio audio rimbalzato via Whatsapp migliaia di volte sui telefonini di altrettanti italiani, in cui una voce femminile raccontava dell'indicazione ricevuta da un non meglio precisato dottore e legata al rischio di contagio attraverso le suole delle calzature, da tenere quindi fuori dagli appartamenti.

Un'indicazione che è semplicemente una norma igienica di buon senso, a prescindere dalla fase di emergenza legata alla diffusione del coronavirus che stiamo vivendo. Si moltiplicano i messaggi, le infografiche attribuite a questo o quell'ente, che finiscono unicamente con il fare confusione in un momento delicatissimo, in cui l'attenzione sul tema e le preoccupazioni sono amplificati: il rischio è di assumere atteggiamenti sbagliati, comportamenti addirittura dannosi, nel caso di informazioni fuorvianti.

Ecco le sei risposte alle sei domande più frequenti

  • Le scarpe vanno lasciate fuori casa?

Un audio whatsapp diventato virale in questi giorn invita a lasciare le scarpe fuori casa al rientro dopo le uscite per gli spostamenti consentiti per evitare di "spargere il virus". È bene ribadire che questa è una regola igienica valida sempre, a prescindere dalla situazione di emergenza di questi giorni.

Tuttavia, è molto improbabile che si calpestino i droplets (le goccioline che produciamo respirando, tossendo e starnutendo) infetti di qualcuno che ha tossito o starnutito per strada e che poi si tocchi con le mani la suola delle scarpe per poi mettersi le mani nel naso o in bocca. Uno studio americano dei National Institutes of Health, pubblicato nei giorni scorsi, ha analizzato la durata della carica infettante del Sars-CoV-2 di resistere sulla superficie di oggetti inanimati: a seconda del materiale può durare da meno di due ore (a 23-24 gradi, sul rame) fino a 7 (sulla plastica).

  • Il vestiario è un veicolo di contagio?

Discorso analogo vale per i vestiti utilizzati dopo un'uscita. La regola aurea, che vale per tutte le stagioni, è quella di evitare di lasciarli in bagno o in cucina, per evitare l'aggressione dei batteri: corretto invece riporli in armadio, possibilmente in uno scompartimento separato. Non è necessario lavare gli indumenti ogni volta che si rientra a casa, ma è caldamente consigliato non utilizzare per parecchi giorni gli stessi pantaloni e maglie.

Come sottolineato a più riprese dai virologi in questi giorni, tuttavia, i tessuti non possono di certo essere tacciati di essere i principali veicoli di trasmissione del virus.Consigli per il lavaggio dei capi? Non cambiano le regole: il mix di acqua e detersivo annulla la carica virale e i germi che dovessero essersi depositati sul tessuto. Volendo, a prescindere dalla fase di emergenza, si possono aggiungere prodotti disinfettanti. Insomma, basta la classica dose di buonsenso.

  • Quanto resiste la carica virale sulle strade?

Direttamente legato alla questione delle scarpe da non portare tra le mura domestiche è quello della pulizia delle strade. Detto che quella del virus che resiste per nove giorni sull'asfalto è una bufala in piena regola, è vero che la sporcizia, ovvero il substrato organico, può in qualche modo facilitare la sopravvivenza del microrganismo, ma è davvero irrisoria la quota che può essere portata dalle scarpe. Inoltre, questi virus sopravvivono sulle superfici "laddove non vengano esposti a disinfezione ma anche elementi colme sole, pioggia, intemperie". Non è dunque il caso delle strade.

Molti Comuni, tuttavia, si stanno interrogando sull'utilità di procedere con una sanificazione delle principali arterie dei centri abitati. Alcune aziende, anche in Friuli, hanno già provveduto a igienizzare le superfici esterne dei propri capannoni, facendo ricorso a ditte specializzate "armate" di liquidi disinfettanti ad hoc.

  • È rischioso prendere gli ascensori?

Un altro interrogativo ricorrente riguarda gli ascensori che, spesso nei palazzi più vecchi, sono particolarmente angusti. Il consiglio è di prenderlo uno o al massimo due per volta, a seconda dello spazio della cabina, tenendo sempre a mente la regola del metro di distanza. I pulsanti per i piani vanno disinfettati accuratamente dal personale delle pulizie e schiacciati, da chi li utilizza, con un fazzoletto che va poi immediatamente gettato. Esiste il rischio di contagio senza entrare in contatto di superfici contaminate?

La risposta è no. Non basta insomma che una persona contagiata respiri all'interno dell'ascensore per lasciare "traccia" del virus. I droplets si depositano a terra, annullando la loro carica virale. La raccomandazione, dopo aver usato il montacarichi è - come per chi utilizza i mezzi pubblici, dagli autobus ai treni - di non mettersi le mani in bocca dopo aver toccato qualunque superficie e lavarsi spesso le mani.

  • Per la spesa meglio usare i guanti?

Tra i pochi esercizi commerciali aperti al pubblico in queste ore, i supermercati sono frequentati ogni giorno da centinaia di persone. Ci sono superfici con le quali, giocoforza, entriamo in contatto facendo la spesa: il maniglione del carrello, la bilancia per pesare frutta e verdura, il nastro della cassa. Buona norma è indossare guanti monouso, possibilmente di quelli in lattice, che vanno tolti con particolare attenzione e gettati possibilmente in un sacchetto da chiudere subito.

Diversi supermercati oltre alla soluzione alcolica per disinfettare le mani mettono a disposizione anche i classici guanti del banco ortofrutta, spesso posizionati all'ingresso o in prossimità dei ricoveri dei carrelli: è buona regola, una volta finita la spesa, evitare di lasciarli nel carrello. E i prodotti che ci portiamo a casa? Impossibile disinfettare tutto, la regola d'oro è quella di lavarsi le mani accuratamente dopo aver maneggiato le confezioni.

  • Gli animali vanno tenuti a distanza?

Importante sfatare il mito secondo cui gli esseri umani possano essere infettati dagli animali. «Ricerche approfondite - riportano le Faq dell'Istituto superiore di sanità (Iss) - hanno dimostrato che sia il coronavirus Sars che il coronavirus Mers derivavano da virus animali e sono diventati patogenici per l'uomo. Diversi coronavirus noti circolano negli animali, ma non provocano patologie nell'uomo.

Non risulta rischio che il Sars-CoV-2 possa essere trasmesso da animali domestici». In queste ore è partita anche una campagna della Croce Rossa e dell'Ordine dei veterinari contro l'abbandono dei cani, aumentato in alcune zone d'Italia proprio per l'errato timore che gli animali possano essere vettore della malattia. «Gli allarmi diffusi sui social con notizie errate e fake news hanno creato una situazione di panico facendo registrare, recentemente, un incremento ingiustificato degli abbandoni», hanno sottolineato gli ideatori.

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