Quattro città europee viste dalle stelle: brilla anche Palmanova
Le spettacolari immagini di Palmanova, Bourtange, Almeida e Neuf-Brisach riprese dai satelliti
Quattro stelle brillano in terra. Il capovolgimento della nostra ordinaria prospettiva – sguardo al cielo, a cercare gli astri più luminosi – regala, dallo spazio, uno scorcio europeo in perfetta atmosfera natalizia: nel buio della notte sfavillano le punte (a numero variabile) della città di Bourtange, nei Paesi Bassi, della portoghese Almeida, di Neuf-Brisach, in Francia, e – dulcis in fundo – di Palmanova, vanto friulano e nazionale per la sua evocativa, impeccabile geometria.
A offrirci la spettacolare veduta del quartetto, un omaggio alle festività, certo, ma soprattutto alla maestria di chi ideò, progettò e costruì questi gioielli architettonici che dall’alto appaiono in tutta la propria maestosità, sono i satelliti per l’osservazione del pianeta, di proprietà di aziende e organizzazioni pubbliche di tutto il mondo.
Le immagini ad altissima risoluzione rese disponibili dall’Agenzia Spaziale Europea sono state rielaborate nei toni del verde e del rosso, a richiamare appunto il Natale.
Et voilà, la meraviglia è servita: magia e poesia in dono dalle profondità spaziali, in un inchino alle straordinarie ricchezze del vecchio continente.
La storia delle città e delle fortezze stellate inizia nell’Italia rinascimentale, non per vezzo stilistico bensì come strategia di potenziamento difensivo, per rispondere alla progressiva evoluzione dell’arte della guerra, che aveva reso sempre più vulnerabili le cinte murarie lineari d’epoca medievale.
Dietro il pittoresco design ci sono dunque, sostanzialmente, motivi militari, ma ciò nulla toglie alla suggestione dell’effetto finale, che sembra quasi stridere con gli scopi d’origine.
Di questa tipologia di meccanismo di difesa il Friuli Venezia Giulia custodisce un esempio straordinario, anche per la sua perfetta conservazione: la fortezza di Palmanova, dal 2017 patrimonio dell’Unesco, è una delle cittadine con le punte (nove, un inno alla simmetria urbanistica) più grandi.
Le sue tre cerchie murarie concentriche furono erette in fasi diverse, le prime due ad opera dei veneziani (i lavori, che richiesero decenni, iniziarono rispettivamente nel 1593 e nel 1658), la terza dei francesi di Napoleone, a partire dal 1806: il risultato fu appunto un triplice ordine di fortificazioni, composte da terrapieni, fosse, lunette, rivellini, porte e controporte.
Entusiasta dell’inattesa “vetrina” satellitare il sindaco di Palmanova, Giuseppe Tellini: «Davvero una bella sorpresa, che dà lustro alla nostra regione e all’intero Paese», commenta.
Nel 1593 fu invece ultimata l’edificazione della cinta di Bourtange, località prossima al confine con la Germania: la forma è pentagonale e il periodo storico – erano i tempi di Guglielmo I d’Orange, che dispose la realizzazione del forte – coincide con la guerra degli ottant’anni. Oggi l’intero villaggio si è trasformato in un museo.
Come roccaforte nacque, fra il XVII e il XVIII secolo, pure Almeida: seconda città fortificata, per importanza, del Portogallo (dopo Elvas), faceva parte della linea di difesa dalla confinante Castiglia: è circondata da una doppia cinta a 12 punte.
Neuf-Brisach, infine, ha pianta ottagonale. Sorse nel 1697 sulla sponda francese del Reno, dopo la perdita di Breisach sulla riva opposta. Rientra nel circuito fortificato concepito da Sébastien Le Prestre de Vauban, celebre ingegnere di Luigi XIV, e come Palmanova è iscritta nel patrimonio dell’umanità.
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