Quattro passi sul Tagliamento fra i magici silenzi della natura - FOTO
CASARSA. Camminare lontani dal mondo, immersi nel silenzio, tra sole e tratti in ombra, rivoli d’acqua fresca e a contatto con straordinari esempi di flora e fauna facilmente a portata dell’obiettivo fotografico: non serve andare lontano per godere di una giornata così. Il greto del Tagliamento, come di altri fiumi friulani, è sempre più meta di persone che organizzano il proprio eco-trail personale alla ricerca di un nuovo rapporto con la natura di casa nostra, fin troppo spesso dimenticata.
E, badate bene, non si parla di driver su quattro o due ruote che utilizzano le distese sassose per fare dei percorsi fuori strada - peraltro vietati dalla legge - e neanche di vacanzieri alla ricerca di spiagge alternative dove prendere la tintarella invece di recarsi sulla Riviera adriatica. No, qui si tratta di persone che, rigorosamente a piedi, raggiungono le rive del fiume e lo pongono al centro di un progetto naturalistico di ampio respiro. Ad aprire una di queste vie Fabiano, Soraya, Marta e Giuseppe, che lo scorso fine settimana hanno camminato da sotto il ponte della Delizia fino a quello di Dignano. In totale circa 16 chilometri, con partenza all’alba, nella zona in cui le acque del fiume scompaiono sotto i sassi delle grave.
Una piccola impresa che non s’improvvisa: occorrono senso dell’orientamento, materiali adeguati a partire dalla calzature, scorte d’acqua. Ma, se si è in compagnia di persone esperte e si evitano i periodi nei quali si verificano le piene e le ore più calde della stagione estiva, si tratta di un itinerario alla portata di molte persone. Un’escursione nelle terre selvagge a pochi chilometri in linea d’aria dai centri abitati, nella quale è facile avere incontri ravvicinati molto interessanti.
«Sulla sabbia fluviale - raccontano - erano evidenti le orme di cinghiali, volpi e lepri. Sopra le nostre teste volava un falco e numerosi fiori spontanei erano rifugio per libellule e altri insetti». Una viaggio lento, prendendosi il tempo per osservare la natura e anche scattare qualche bella foto, che qui pubblichiamo. «Ci ha colpito il silenzio - aggiungono -, rotto solo ogni tanto dal vento. Il terreno sassoso è da affrontare con attenzione, ma allo stesso tempo è magnifico per i repentini cambiamenti che ha, modificando lo scenario ogni pochi metri. In generale, abbiamo trovato la zona pulita, peccato per qualche copertone d’auto abbandonato».
Camminando piano e con un paio di pause una decina di minuti l’una, in 4 ore hanno raggiunto il ponte di Dignano, dove l’acqua s’immerge prima di riaffiorare più a valle all’altezza di San Vito. «Dopo aver affrontato la distesa sassosa - concludono gli escursionisti -, avvicinandoti all’acqua ne riesci a sentire l’odore». I quattro amici, soddisfatti, stanno già pensando a come rivivere le stesse emozioni magari attraverso una seconda tappa sul fiume. Non solo i soli.
Nel greto del Meduna a giugno c’è stato il consueto appuntamento sportivo con Magraid, corsa podistica all’interno dei Magredi. Adesso, tra luglio e agosto, è invece il tempo delle proposte culturali. Il Molino Rosenkranz ha ideato una passeggiata al chiaro di luna sul greto allietata da musica e teatro; l’associazione Alchimie propome giri in bicicletta tra, natura, storia e degustazioni.
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