Quell'impronta non lascia dubbi: in Val Tramontina è tornato l’orso
TRAMONTI DI SOTTO. La profonda zampata lasciata su una delle arnie distrutte fuga ogni dubbio: l’orso è ritornato in Val Tramontina.
A fare la scoperta del passaggio notturno del plantigrado a Inglagna è stato Aldo Vallar. Martedì l’uomo si è infatti accorto che le strutture in legno per l’apicoltura installate nel proprio terreno era state divelte con forza. All’inizio si pensava al vento o peggio ad un gratuito atto vandalico.
Ma poi è emerso che una delle reti contenenti il miele presentava il segno inequivocabile di una zampata. Il fatto è avvenuto praticamente nel centro della frazione visto che a pochi metri di distanza sorgono le ex scuole di Inglagna. La borgata è una delle principali località della riva sinistra del lago di Redona insieme a Chievolis e Faidona.
La notizia ha subito fatto il giro della valle e anche dei social network, soprattutto nella pagina specifica di “Sei di Inglagna se...”. Le orme sul terreno e sull’impianto di apicoltura sono ora allo studio della forestale e degli etologi della Regione. Va capito se il plantigrado che è sceso dai monti circostanti è Leo, lo stesso che da un anno e mezzo staziona stabilmente nella vicina Valcellina.
Nell’alto Pordenonese sono infatti due gli esemplari che certamente prediligono i boschi locali. Uno di questi, chiamato per l’appunto Leo, ha “firmato” alcuni raid a Claut e Cimolais nel corso del 2014. I due maschi sono adulti e privi di radio collare.
Si presume abbiano circa 3 anni e arrivino o dal Trentino Alto Adige o dalla Repubblica di Slovenia. Sicuramente Leo si è trovato bene in Valcellina e Val Tramontina se dopo un anno e mezzo continua a rivelare la propria presenza, sconfinando di tanto in tanto in Alpago e nelle Dolomiti bellunesi.
Nessuno ad Inglagna ha notato nulla di anomalo durante la nottata tra lunedì e martedì. Nessun rumore sordo né segnalazioni di avvistamenti. In passato erano circolate voci di strani segni sugli alberi e nel terreno ma fino al 2008 non vi erano stati riscontri effettivi dell’arrivo dell’orso bruno in valle.
Nel 2003, durante l’assolata estate, il lago di Redona si seccò e riemerso le case di Pecol, abbandonate durante la costruzione dell’omonima diga. Qui, in mezzo ai ruderi, furono individuate delle orme lasciate nella fanghiglia limacciosa dell’invaso. Non fu mai appurato con certezza se fossero di un plantigrado.
Nel 2008 a Moschiasinis fu invece accertato un rapido passaggio notturno. Durante una ventosa serata di inizio autunno un esemplare particolarmente possente si inerpicò lungo un sentiero della borgata (quasi sicuramente il capo si stava spostando in Carnia alla ricerca di un rifugio per l’inverno).
A causa del peso dell’animale si staccarono alcuni sassi che rotolarono sino alle case della frazione, rivelando la natura del piccolo fenomeno di dissesto.
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