Questura e Coni: via libera ai lavori allo stadio Tognon

Le aree di prefiltraggio dei tifosi saranno ricavate nei due campi di sfogo In caso di salto in B il Pordenone dovrà però emigrare probabilmente a Udine



Il sopralluogo definitivo allo stadio Omero Tognon porta con sé una notizia che potrebbe fare storcere il naso a diversi tifosi del Pordenone calcio. In caso di promozione in serie B, la squadra neroverde comincerà la prossima stagione avendo come terreno di casa lo stadio Friuli di Udine. Un’eventualità che era già nell’aria e che adesso dipende soltanto dai risultati sportivi. Ieri mattina alle 11.30 ai cancelli dell’impianto sportivo di Fontanafredda sono arrivati i tecnici del Comune di Pordenone, l’assessore allo sport e ai lavori pubblici Walter De Bortoli, il questore Marco Odorisio con il suo staff, il presidente regionale del Coni Giorgio Brandolin e il sindaco locale Michele Pegolo.

Sono state superate le perplessità in particolare per quanto riguarda le nuove aree di prefiltraggio dei tifosi. Secondo quanto emerso, saranno utilizzati i due campi di sfogo (dove giocano alcune squadre giovanili del Fontanafredda) che si trovano sui due lati del Tognon. Il prossimo passo è l’apertura della gara di appalto per i lavori, che si inizieranno con l’azienda vincitrice alla fine di marzo. Un programma di adeguamento per il campionato di serie C con una cifra di quasi due milioni di euro. Tra le varie opere ci saranno una nuova zona hospitality, sala stampa, sala conferenze, tribuna per disabili oltre a un campo sintetico.

Se la cavalcata del Pordenone dovesse concludersi con la promozione tra i cadetti, almeno l’inizio della stagione sarà disputato al Friuli, a 50 chilometri di distanza. In caso di permanenza di serie C la squadra di Attilio Tesser si troverebbe così a giocare in un impianto ammodernato a una decina di chilometri da Pordenone, con il rischio di vedere diminuire un pubblico che non riesce a riempire il Bottecchia nonostante una squadra saldamente prima. A proposito del Bottecchia, De Bortoli chiude così la questione: «È un velodromo e adesso sarà dedicato al ciclismo. Pordenone è l’unico comune della provincia che non ha un campo di calcio dedicato alla squadra principale. La possibilità, anche economica, di costruire un impianto c’era e non è stata sfruttata. Nessuno ha pensato a uno stadio per Pordenone, siamo in ritardo di 25 anni. E oggi avremmo un impianto che basterebbe aggiornare».

De Bortoli guarda al progetto degli anni 90 di uno stadio da costruire a lotti, a seconda delle esigenze, e che ai tempi dell’amministrazione Pasini non è stato portato a termine. Un’idea che si presenterebbe ancora innovativa e pensata su terreni in Comina che non sono ancora stati edificati. Intanto al Tognon c’è chi storce il naso anche in casa dell’Asd Fontanafredda. Nella società c’è chi vede il Pordenone come un problema: con oltre 200 tesserati, e molte squadre giovanili, i cambiamenti del Tognon impedirebbero anche di avere spogliatoi adatti a tutte le attività che si svolgono oggi. Oltre all’eliminazione della club house per lasciare spazio alle nuove strutture. —



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