Raccordo Villesse-Gorizia opere dissequestrate
GORIZIA. Il sequestro delle opere e delle strutture del raccordo autostradale Villesse - Gorizia «impedisce di completare la trasformazione ad autostrada del raccordo stesso, dalla A4 fino al confine sloveno» e determina «un deficit di sicurezza e pesanti disagi alla viabilità», nonchè «un danno economico di circa 60 mila euro al giorno». Così il gip del tribunale di Gorizia, Massimiliano Ranieri, nell’ordinanza con la quale, nella serata di ieri, ha disposto la restituzione delle opere all’Associazione temporanea d’imprese incaricata dei lavori.
Accogliendo l’opposizione presentata da Paolo Bassi, referente dell’Ati, e da “Fvg cinque scarl” - assistiti dall’avvocato Luca Ponti, del foro di Udine -, il giudice ha dunque dissequestrato le 54 vasche di fitodepurazione disseminate lungo i 17 chilometri del raccordo autostradale, le quattro aree prossime alla carreggiata nei Comuni di Savogna, Gradisca e in una zona tra Gorizia e Savogna, e le due scarpate che costeggiano il tratto della Sp4, in corrispondenza del sottopasso di Moraro, alle quali lo scorso autunno i carabinieri del Noe avevano posto i sigilli, su delega della Procura di Gorizia.
Il provvedimento era stato disposto dal pm Valentina Bossi, nell’ambito dell’inchiesta che ipotizza i reati di gestione illecita di rifiuti, realizzazione di opere in aree di proprietà dello Stato e furto ai danni dello Stato e che vede indagati il direttore dei lavori, Luca Vittori (difeso dall’avvocato Roberto Paviotti), e i rappresentanti dell’Ati - Paolo Bassi, Eddi Tomat e Michele Zodio (entrambi difesi dall’avvocato Luca De Paoli) - che si è aggiudicata l’appalto da 163 milioni di euro.
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