Ragazzino cade per trenta metri in un pozzo e muore, uno dei soccorritori: "Mai vista una scena così straziante"

GORIZIA. Il ragazzino di 12 anni, Stefano Borghes, caduto nel pozzo e morto - mercoledì 22 luglio - a Gorizia durante il centro estivo, ha subito importanti traumi nel corso dell'intera caduta di 30 metri. Lo riferiscono i vigili del fuoco che hanno recuperato il corpo.
Secondo una ricostruzione, le squadre Saf, giunte in tre minuti dalla richiesta di soccorsi, si sono subito attrezzate per calarsi nel pozzo, che ha un diametro di 1,2 metri. Il fondo era completamente asciutto.
Il recupero del corpo è stato effettuato tramite una barella speciale utilizzata per punti e località in cui esistono difficoltà di movimento. La constatazione del decesso è avvenuta soltanto in superficie. I vigili del fuoco che si erano calati sul fondo avevano comunque riscontrato assenza di battito cardiaco. «In tutta la mia carriera non ho mai assistito a una scena così straziante», ha affermato uno dei soccorritori.
Stefano stava partecipando a una sfida amatoriale di Orienteering con i compagni del centro estivo. L'Orienteering è chiamato lo sport dei boschi, ma si può praticare anche in altri ambienti quali centri storici, parchi pubblici, campagne.
Si parte a intervalli di alcuni minuti uno dall'altro e nel corso della gara il concorrente deve raggiungere i punti di controllo nella stessa sequenza in cui sono numerati sulla carta: mappa che, nel caso specifico di Gorizia, essendo una sfida tra amici e non una competizione organizzata dalla Federazione, non sembra fosse stata consegnata ai bambini, ma posizionata sopra il pozzo.
Nelle varie «stazioni» ci sono solitamente delle lanterne (caratterizzate da un segnale bianco-arancio), dove l'atleta nel corso delle competizioni trova un punzone con cui marcare, sul cartellino testimone personale, il proprio passaggio. Se le punzonature sono complete e nell'ordine corretto, vince colui che ha impiegato il minor tempo.
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