Ragazzo ucciso, barista si costituisce Ha 45 anni, abita a Meduno e lavora a Maniago. Notte di tormenti, poi in lacrime dai carabinieri: denunciato a piede libero

MEDUNO Ha un volto e un nome l’automobilista fuggito dopo l’incidente in cui è morto il diciottenne marocchino Lemnira El Mahdi, investito sabato, alle 19.20, all’ingresso dell’abitato di Meduno. Già...

MEDUNO

Ha un volto e un nome l’automobilista fuggito dopo l’incidente in cui è morto il diciottenne marocchino Lemnira El Mahdi, investito sabato, alle 19.20, all’ingresso dell’abitato di Meduno. Già nella tarda serata di sabato era partita la caccia all’uomo dei carabinieri di Meduno con l’ausilio del Nucleo radiomobile della compagnia di Spilimbergo. Mentre le forze dell’ordine erano sulle sue tracce, ieri, attorno alle 12, l’investitore, Dario Bertolo, barista del locale “Sorsi e morsi” di Maniago, originario di Chions, ma residente con la compagna a Meduno, si è costituito, accompagnato dal legale, Antonio Malattia, nella caserma dell’Arma di Meduno.

Secondo quanto riferito ai carabinieri, l’automobilista stava rientrando a casa, dopo avere fatto la spesa, a bordo della sua Toyota Rav 4 lungo la strada provinciale dei Maraldi in direzione Meduno, quando, al chilometro 7,6, il destino ha voluto che la sua vita si incrociasse drammaticamente con quella del giovane Lamnira, che come lui stava rincasando per la cena. L’automobilista, dopo l’investimento, ha urtato l’unico palo della pubblica illuminazione che si trovava sulla traiettoria, che ha contribuito a danneggiare ulteriormente il suo veicolo e a lasciare sulla strada le inconfondibili tracce del suo passaggio. Il mezzo risulta, infatti, molto danneggiato sul lato anteriore destro e privo del paraurti. L’uomo ha sostenuto di non essersi reso conto di avere investito una persona e che il rumore dell’urto è stato probabilmente attenuato dal suono della radio accesa. Ha assicurato, inoltre, di non avere mai perso il controllo del mezzo. Ha così deciso di proseguire la marcia e soltanto una volta rincasato, verificati i danni riportarti dal suo Suv, ha cominciato ad agitarsi. L’uomo ha riferito di avere trascorso una notte insonne tra lacrime e mille pensieri e di avere maturato la decisione di parlare con i carabinieri dopo avere a lungo parlato con la compagna, che tre anni prima aveva perso il padre in circostanze analoghe, sempre a Meduno.

La mattina seguente Bertolo si è svegliato con l’intenzione di porre fine alle sue ansie notturne nel migliore dei modi, ma il quadro che attendeva il suo risveglio era tragico: Lemnira, suo giovane compaesano, era morto a soli 18 anni travolto da un’automobile pirata e le pattuglie erano sulle tracce dell’investitore. Appresa la notizia della morte del giovane sulla strada provinciale che lui stesso aveva percorso la sera precedente nel medesimo orario in cui era avvenuto l’impatto mortale, il 45enne ha pensato ci potesse essere un collegamento tra le due circostanze. Prima di costituirsi, Bertolo si è rivolto all’avvocato Malattia per farsi accompagnare dai carabinieri. In caserma, l’uomo ha cercato di spiegare tra le lacrime la dinamica del sinistro. Le ipotesi di reato attribuite all’automobilista, deunciato a piede libero, sono omicidio colposo e violazione dell’articolo 189 del Codice della strada che prevede che l’utente della strada, in caso di incidente ricollegabile a un suo comportamento, abbia l’obbligo di fermarsi e di prestare l’assistenza. L’auto è stata immediatamente posta sotto sequestro.

Cariche di significato le parole di Mohamed Ouatiq, imam della comunità islamica di Pordenone: «Non è mai troppo tardi per ravvedersi. Se si agisce correttamente ci si può, poi, guadagnare il perdono. Adesso che il responsabile si è costituito confidiamo nella giustizia italiana. Questa triste vicenda sia di esempio per tutti, perché chi guida deve ricordare che ha una grossa responsabilità: guidare non è soltanto un piacere e la vita delle persone non è un gioco». Dopo che verrà dato il nulla osta dalle autorità giudiziarie si procederà con una cerimonia funebre nell’obitorio di Spilimbergo che prevede il lavaggio della salma secondo il rito islamico. Il corpo di Lemnira sarà, poi, trasferito in Marocco per essere tumulato a Kenitra, sua città natale.

Giulia Sacchi

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