Raggiro milionario, decine di friulani beffati da quattro finti broker

È arrivata la prima condanna: un anno e 2 mesi. La “mente” a processo in gennaio. Promettevano interessi record, ma non hanno mai restituito nemmeno il capitale

UDINE. Si sono finti broker proponendo investimenti che avrebbero dovuto fruttare interessi record, dal 20 fino addirittura al 50%. Ma di quegli investimenti poi nessuno ha saputo più niente. E insieme agli interessi record è svanito anche il capitale.

Decine di persone hanno così visto andare in fumo i risparmi di una vita. Nemmeno i carabinieri che hanno messo fine all’attività della banda sono riusciti a recuperare il denaro, più di 900 mila euro che i finti promotori finanziari si sono fatti consegnare e non hanno mai reso.

L’unica cosa certa è che quegli investimenti erano fasulli esattamente come i “titoli” millantati dai quattro componenti del sodalizio che sono stati chiamati a rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e, appunto, all’esercizio abusivo dell’attività di broker.

Due anni fa davanti al gup del tribunale di Udine, Carlo Fabro, 56 anni di Cassacco, e Roberto De Lorenzi, 69 di Udine hanno patteggiato la pena: il primo, assistito dall’avvocato Paolo Dal Zilio, ha concordato col pm due anni di reclusione, mentre il secondo, difeso dall'avvocato Federico Plaino, ha concluso il procedimento con una pena a un anno e due mesi.

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Poche settimane fa è invece stata depositata la sentenza a carico di Attilio Vidotti, 65 anni di Pagnacco, che è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione (sospesi con la condizionale) oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di oltre 40 mila euro divisi tra alcune delle vittime che si erano costituite parte civile.

Il suo avvocato Lorenzo Fabbro ha però già presentato appello: «Nel processo è emerso che anche Vidotti è stato vittima di queste forme di investimento quindi secondo noi già questo comprova che evidentemente ha agito in buona fede coinvolgendo negli investimenti persone a lui vicine convinto di fargli fare un affare.

Quando poi si è preoccupato per il suo investimento ha sottoscritto un accordo nel tentativo di seguire più da vicino le operazioni. Ci ha rimesso circa 10 mila euro e dei circa 60 clienti solo tre persone sono state invitate da lui ad aderire. Dimostreremo che il mio cliente è stato una vittima come conferma anche il fatto che non si è intascato alcunché. A lui tra l’altro non è stata contestata la truffa, ma solo l’associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di intermediatore, anche se non ha fatto altro che segnalare la possibilità di investimento a 3 conoscenti, erano gli altri a gestire l’attività di finanziamento».

Quella che gli investigatori considerano la “mente” del gruppo, l’81enne di San Daniele, Franco D’Agostino, andrà a giudizio il prossimo 19 gennaio, difeso dall’avvocato Luca Beorchia.

Nella sentenza a carico di Vidotti il collegio del tribunale di Udine presieduto da Angelica Di Silvestre con a latere Mariarosa Persico e Roberto Pecile ha spiegato come è avvenuto il raggiro: «In sostanza era stato organizzato un sistema assimilabile a un rudimentale “schema Ponzi”, una specia di catena di Sant’Antonio che assicura alte entrate a breve termine ai primi investitori grazie alle sottoscrizioni degli ultimi arrivati».

Su 65 casi analizzati dai carabinieri solo 4 sono riusciti a guadagnare, 2 si sono visti restituire il capitale investito e gli altri 59 ci hanno rimesso. Complessivamente dal 2006 all’inizio del 2008 i quattro hanno raccolto investimenti per 1 milione e 145 mila euro restituendo soltanto 228 mila euro. N

ella ricostruzione degli investigatori quindi l’associazione si sarebbe appropriata di più di 900 mila euro. Nella maggior parte dei casi, soprattutto ai primi clienti, i quattro chiedevano un primo investimento e lo restituivano sotto forma di “interessi” convincendo così la vittima a un nuovo e più sostanzioso investimento.

Emblematico a questo proposito il caso di una dipendente di banca residente a Udine che, convinta da uno dei quattro componenti della banda che conosceva dall’adolescenza, ha fatto un primo investimento di 5 mila euro e si è vista restituire come interessi 2.500 euro dopo tre mesi convincendosi così a versarne altri 10 mila, anche questi restituiti in due tranche da 5 mila euro, fino alla consegna di ulteriori 50 mila euro che, inutile dirlo, non ha mai più rivisto.

Con lo stesso meccanismo sono state tratte in inganno decine di persone a Rive D’Arcano, Premariacco, Udine, Pozzuolo del Friuli, Tavagnacco, Reana del Rojale, Pradamano, San Daniele, Pasian di Prato, Faedis, Colloredo di Monte Albano, Pagnacco, Moruzzo, Adegliacco, Manzano, Forgaria, Remanzacco e Santa Maria. E c’è anche chi, in un colpo solo, ha investito 165 mila euro senza vedersi restituire alcunché.

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