Razzismo, calciatore assolto ma scatta il Daspo del questore
Dopo la squalifica di 12 giornate la giustizia sportiva scagiona Spinelli del Muggia. Al momento non può tornare a giocare: interdizione di un anno da tutti gli stadi

Era stato accusato di razzismo e condannato in primo grado dalla giustizia sportiva a 12 domeniche lontano dai campi di calcio. Alla luce di questa notizia la Questura di Trieste aveva emesso un Daspo sportivo nei suoi confronti, indagandolo pure per il reato di discriminazione razziale. Ma ora la giustizia sportiva, in secondo grado, lo ha assolto. Completamente.
Sta facendo discutere la vicenda che sta coinvolgendo Alex Spinelli, 20enne triestino calciatore del Muggia 1967, suo malgrado al centro di una situazione davvero kafkiana.
La vicenda ha inizio il 10 novembre dello scorso anno, allo stadio comunale Zaccaria. Non appena terminata la partita tra i padroni di casa e il Casarsa, incontro valido per il campionato regionale di Eccellenza, il 37enne giocatore brasiliano del club friulano, Joziel Lima Dias, riferisce di aver sentito nei suoi confronti una frase razzista.
A proferire tali parole, secondo Dias, è stato un giocatore avversario, il triestino Spinelli. Successivamente, tramite le indagini del Giudice sportivo, il presunto fatto viene supportato dalle testimonianze di alcuni giocatori e dirigenti del Casarsa. E solo parzialmente da uno dei due guardalinee (che dice di aver sentito le parole, senza averne identificato l’autore). L’arbitro, invece, asserisce di non aver sentito nulla.
Alla notizia del provvedimento disciplinare, ossia la maxi squalifica di 12 giornate nei confronti di Spinelli, tutta la dirigenza del Muggia 1967 si era dimostrata serena e arrabbiata al tempo stesso. Serena poiché non vi era alcun dubbio che Spinelli fosse innocente, arrabbiata perché per la seconda volta in meno di un anno il sodalizio calcistico muggesano si trovava coinvolto in un presunto caso di razzismo.
Nella scorsa stagione sportiva – quando esisteva ancora il Muggia 2020 – a Stefano Crevatin vennero comminate 12 giornate di squalifica in primo grado, provvedimento che venne completamente ribaltato in secondo grado.
Giovedì la notizia del proscioglimento di Spinelli da parte della Corte Sportiva d’Appello Territoriale. Ancora ignote le motivazioni che verranno comunicate successivamente.
La vicenda non è finita qui. Tutt’altro. Pochi giorni fa, la Questura ha emesso un Daspo sportivo nei confronti di Spinelli: per un anno, dunque, il triestino non dovrebbe avvicinarsi ai campi di gioco.
Ma quello che rende ancora più pesante la situazione del 20enne triestino è che a suo carico pende anche un’indagine per discriminazione razziale. Un reato penale.
Il segretario generale del club rivierasco nonché avvocato Paolo Furlan, che sta seguendo il caso Spinelli-Dias preannuncia le prossime mosse: «Il nostro reclamo è stato accolto, e non avevo dubbi in merito. Spinelli è un ragazzo educato e di buon cuore. A breve avrò un incontro con il questore per far revocare il Daspo sportivo. Auspico poi che il pubblico ministero – dice il dirigente della società sportiva muggesana – archivi il prima possibile il procedimento penale. Concludo dicendo che ho la sensazione che questa vicenda, da un punto di vista prettamente della Giustizia sportiva, non finirà qui perché c’è poco da fare: prima o poi le bugie vengono a galla».
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