Redditi falsificati per entrare in graduatoria Ater

Pordenone, qualcuno fa il furbo e gira pure coi macchinoni. Ora rischia di perdere la dimora e pagare gli arretrati

PORDENONE. Denunciano un reddito che gli consente di accedere alla casa popolare, ma viaggiano con la macchina di grossa cilindrata? Ora rischiano di perdere la casa, a meno che non accettino di pagare gli arretrati, cifre considerevoli.

«Abbiamo appena completato il censimento dei redditi degli inquilini – spiega il presidente di Ater, Claudio Serafini – e abbiamo trovato diversi casi di mancata rispondenza tra il reddito dichiarato e quello reale. Nella gran parte dei casi anomali non siamo in presenza di errori, ma di malafede».

E questo, secondo Serafini, significa una sola cosa: «O queste persone accettano di pagare gli arretrati, che vengono calcolati sui nuovi parametri verificati, oppure devono lasciare l’alloggio. I furbetti non sono ammessi nelle case popolari, ci sono troppe persone che hanno davvero bisogno di questi alloggi. Anche oggi ho incontrato una giovane coppia di cassintegrati che avrebbe assoluto bisogno di una casa popolare. Bisogna fare in modo che le case vadano realmente alle persone in difficoltà».

Il censimento ha comportato un lavoro notevole per gli uffici, ma consente di restituire una situazione reale «e sempre più dovrà essere così perché le emergenze sono in crescita – continua il numero uno dell’agenzia territoriale –. Va poi detto che ci sono anche molti inquilini che invece vedono peggiorare la loro situazione economica e non a caso riceviamo sempre più richieste di persone che ci chiedono una dilazione dei pagamenti».

Richiesta che arriva quando la condizione economica dell’inquilino non è più in grado di sostenere la spesa del canone. Una richiesta che serve a evitare la morosità, viatico verso lo sfratto. Ater, con una delibera del consiglio di amministrazione, ha provveduto a dare una prima risposta sociale ai genitori separati, quelli che, dopo la divisione dal coniuge o dal compagno, perdono anche la casa e non sono nella condizione economica – si tratta per lo più di padri – di sostenere un canone di locazione a prezzi di mercato.

L’idea del vertice dell’agenzia è quella di poter riservare quote di abitazioni anche ad altre tipologie sociali, compatibilmente con i bisogni sociali che un territorio esprime. Quella delle giovani coppie è un'altra delle fasce sensibili sulla quale Ater sta lavorando. Se la Regione già interviene con il contributo sull’acquisto della prima casa, ci sono coppie che non possono sostenere un mutuo e devono ricorrere alla locazione. (m.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto