Reddito di cittadinanza, centri per l’impiego senza navigator: ci vorranno mesi

UDINE. Nei centri per l’impiego, anche in quelli friulani, qualcuno s’è timidamente fatto avanti: «Scusate – hanno bussato –, è qui che si presenta la candidatura per diventare navigator?».
No, non sono i vecchi uffici di collocamento a raccogliere i curriculum dei tutor che, in base a quanto stabilito dal “decretone” su reddito di cittadinanza e Quota 100 dovranno «seguire personalmente il beneficiario del reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro».
CENTRI PER L'IMPIEGO E NAVIGATOR, COSA C'E' DA SAPERE:
- Il navigator dovrà essere laureato in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienzedella formazione.Sosterrà un colloquio e a selezionare gli idonei sarà la Anpal Servizi, costola dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro
- Seimila tutor verranno individuati per aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza assunti con un contratto Co.co.cO per 24 mesi. La retribuzione prevista è di 30 mila euro lordi l'anno
- Anche in Friuli diverse persone si sono presentate ai centri per l'impiego per presentare la propria candidatura: il ministero prevede tra i 50 e i 60 mila candidati navigator
- Le Regioni assumeranno anche 4 mila addetti che andranno a rinforzare i Centri per l’impiego: 24 tutor dovrebbero arrivare nei 17 uffici di collocamento del Friuli Venezia Giulia
Toccherà all’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Anpal) vagliare le candidature e selezionare gli idonei, da impiegare poi sul territorio.
Tempo al tempo, però. Perché il bando ancora non c’è, «nonostante il governo abbia indicato in aprile la data in cui partiranno i primi accrediti per i beneficiari del reddito di cittadinanza – sottolinea l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen –. Il Ministero dello Sviluppo economico ha parlato però di un periodo di formazione di almeno sei mesi: considerando i bandi e l’apprendistato, arriveremmo a novembre. Significa che per otto mesi il reddito di cittadinanza non avrà alcuna attinenza con gli aspetti occupazionali».
Il ministro Di Maio, tuttavia, conta di accorciare i tempi, convinto di riuscire a distribuire lungo lo Stivale entro giugno i 6 mila navigator promessi. A questi si aggiungeranno altri 4 mila addetti che andranno a rimpolpare le file dei centri per l’impiego: «Saranno assunti con concorso direttamente dalle Regioni, secondo quanto già previsto da un accordo sottoscritto con l’ex ministro Poletti», aggiunge Rosolen, spiegando che al Friuli Venezia Giulia ne toccheranno indicativamente 24, da distribuire nei Cpi regionali (sono 17, ai quali si aggiungono quattro sportelli satellite).
Quel che è certo è che regna l’incertezza. Perché in assenza di decreti attuativi, circolari e di uno specifico accordo tra Stato e Regioni che il Ministero conta di trovare entro un paio di settimane, non si sa neppure come saranno ripartiti i 6 mila navigator, che saranno assunti dalla Anpal service e che proprio per questo motivo non potranno né essere stabilizzati, né essere pescati dalle graduatorie dei vincitori di concorsi pubblici.
Basta fare un giro in uno dei centri per l’impiego friulani per tastare con mano il clima di disorientamento che caratterizza il varo delle misure previste dal governo.
«Non sappiamo nulla su quanti navigator arriveranno, né come interagiranno con la nostra struttura – conferma Manuela Fracarossi, responsabile del Cpi di viale Duodo, a Udine –. Di sicuro serviranno, nel momento in cui decollerà il reddito di cittadinanza, per monitorare l’efficacia degli interventi e prendere in carico i beneficiari».
In un mare di punti interrogativi c’è tuttavia chi punta a diventare tutor e, magari a caccia di un lavoro, prova a candidarsi: «Abbiamo ricevuto una decina di richieste di persone interessate a diventare navigator, che ci hanno portato il loro curriculum: l’unica cosa che possiamo fare è girare le candidature all’Anpal», sottolinea Fracarossi.
Uno degli aspetti che preoccupa le Regioni, è quello dei meccanismi gestionali e dell’organizzazione «anche perché si prevede il coinvolgimento di diversi soggetti: Inps, Comuni, Cpi, Anpal, Agenzie per il Lavoro (Apl), i servizi per il sociale, gli enti di formazione e le imprese – evidenzia Rosolen –. Soggetti che dovranno dialogare per cui sarà fondamentale una governance condivisa.
Soprattutto andrà chiarito il rapporto tra il “patto per il lavoro” e il “patto di servizio personalizzato”. Forti dubbi riguardano le attività di vigilanza e controllo, ad esempio sulle anomalie degli stili di vita dei beneficiari del reddito di cittadinanza, che certamente non possono rientrare nelle competenze dei Cpi».
Se ne saprà forse qualcosa in più lunedì prossimo, quando è prevista una nuova audizione alla commissione Bilancio della Camera. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto