Referendum sull’ospedale a Pordenone: battaglia all’ultima firma
PORDENONE. Una battaglia all’ultima firma. Il movimento referendario – che non è comunque univoco - va avanti, prova a fermare l’iter per la costruzione del nuovo ospedale. Tenta una strada impervia perché il sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti, che tutti tirano per la giacca, non intende fermarsi. «Mercoledì alle 18 stata convocata la commissione – conferma -. Poi la questione andrà in giunta. Credo che sia il tempo della responsabilità».
La battaglia delle firme. Il movimento contro l’ospedale nuovo vede schierata Un’altra Regione, il movimento nato a Trieste con Franco Bandelli, che dopo aver raccolto mille firme punta ad arrivare a quota 20 mila. Poi c’è il comitato per la salute pubblica bene Comune.
«La prima fase della raccolta delle firme per la presentazione del quesito di un referendum consultivo – si legge in una nota - ha visto complessivamente la sottoscrizione di 365 cittadine e cittadini che si sono perciò recati in municipio all’ufficio di pubbliche relazioni. Quindi in un giorno e mezzo di raccolta solo in centro città si sono raccolte quasi un quarto delle firme (1.500) che serviranno poi (dopo la validazione del quesito da parte dell’apposita commissione comunale) per indire, nei tre mesi successivi, il referendum affinché l’ospedale resti nel sito attuale di via Montereale».
E per spiegare le ragioni del no al nuovo ospedale, il comitato organizza una conferenza stampa oggi alle 11 al Caffè municipio.
Medici in campo. Rispondono ai referendari i medici dell’ordine provinciale – con una conferenza stampa in programma sempre alle 11 in viale Grigoletti, nella sede dell’ordine – che fa capo a Piero Cappelletti (che è anche direttore generale del Cro). Quello che interessa ai professionisti è far capire ai cittadini che «non parliamo di costruire in Comina lo stesso ospedale che c’è oggi in via Montereale – anticipa Cappelletti -, perché parliamo di due progetti sanitari molto diversi».
Ecco perché i medici considerano «inammissibile e ingannevole per i cittadini» il quesito referendario e chiedono «l’ospedale nuovo». L’incontro sarà occasione anche per entrare nel merito delle questioni urbanistiche e finanziare che hanno infiammato il dibattito.
Zanolin e la finanza. E proprio sul tema finanziario e sulle perplessità avanzate dal Fiume-Lista Bolzonello sulle condizioni del project financing, interviene anche Gianni Zanolin de Il Ponte. «Se il finanziamento privato si limitasse a 124 milioni, solo di interessi l’Azienda ospedaliera – analizza - pagherebbe da un minimo di 10,61 a un massimo di 11,19 milioni di euro annui. In 30 anni la pubblica amministrazione pagherà di interessi una cifra totale che varierà fra 318,43 e 335,91 milioni».
E questa spesa secondo Zanolin, avrà come contraccolpo «una forte riduzione dei servizi. Personalmente ho sempre sostenuto che spazi per razionalizzare ci sono. Ma quel che volevo e voglio è che questa razionalizzazione avvenga a vantaggio dei servizi sanitari territoriali, che sono nella nostra provincia largamente inferiori alle necessità della popolazione. Se invece passa questa impostazione per il nuovo ospedale, razionalizzeremo a favore di banche e compagnie finanziarie».
Il parere di Sel. Le candidate al Parlamento per Sel, Serena Pellegrino e Grazia Francescato, rimarcano che «essere sinistra significa riconoscere quali sono i beni comuni e quali non lo saranno più una volta che i due terzi dell’investimento apparterrà a privati»; essere ecologia «significa anche assicurarsi che quella nuova costruzione non venga fatta proprio sopra le sorgive che alimentano la città di Pordenone»; essere libertà significa «godere liberamente di un servizio sanitario di prossimità che non verrà garantito più se i 200 posti letto aggiuntivi dell’ospedale in Comina verranno tolti agli ospedali di San Vito e Spilimbergo».
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