Dalla Regione 20 milioni per il nuovo Carnera: pronto entro il 2030, ecco come sarà
Il Comune di Udine ha quattro anni per ufficializzare l’interesse pubblico al progetto. Il costo dei lavori è stimato oltre i 51 milioni di euro
La Regione ha firmato lo scorso 6 dicembre il decreto di trasferimento dei 20 milioni destinati alla quota di contributo pubblico per l’ammodernamento del Carnera attraverso un piano di project financing che supera, complessivamente, i 50 milioni. Il decreto, tra l’altro, recepisce le richieste di palazzo D’Aronco che fissa al 2028 la scadenza entro la quale motivare l’interesse pubblico al progetto del nuovo palazzetto e al 2030 il termine massimo per terminare i lavori.
Fondi concessi
Il decreto della Regione arriva, ufficialmente, dalla Direzione Sport e Cultura, ma coinvolge anche altri due assessorati e cioè quello alle Infrastrutture e quello alle Autonomie locali. Il fondo da 20 milioni destinato al Carnera era stato inserito nelle pieghe dell’assestamento estivo e prevedeva la predisposizione di un’apposita richiesta da parte di palazzo D’Aronco. Esaurita la parte burocratica di base – con la documentazione inviata a Trieste – la Regione ha concesso dunque il suo placet in modo tale da consentire al Comune di iscrivere le cifre a bilancio entro la scadenza dell’anno finanziario fissata a giovedì 19 dicembre.
Il finanziamento regionale non va inteso come contributo vero e proprio per un investimento specifico, ma è finalizzato all’attivazione di un partenariato pubblico-privato, che il Comune dovrà obbligatoriamente attivare previa individuazione di un soggetto privato cui sarà affidata la realizzazione dell’intervento. Palazzo d’Aronco, in particolare, adesso deve, a pena di revoca del finanziamento, attestare alla Regione entro il 28 novembre 2028, l’avvenuta valutazione preliminare di convenienza e fattibilità dell’attivazione del project financing.
Non oltre il 28 novembre 2030, poi, dovrà trasmettere alla Direzione centrale Sport l’attestazione dell’utilizzo delle risorse impiegate per l’operazione di finanziamento certificando l’effettivo utilizzo delle somme concesse da Trieste.
Apu e iter futuro
Il Comune, dunque, ha deciso di prendersi tutto il tempo necessario – potendo superare la scadenza naturale della prima consiliatura De Toni fissata nella primavera del 2028 – per arrivare al primo punto di svolta del progetto. In termini strettamente tecnici, toccherà all’Apu, nel prossimo futuro, presentare la proposta ufficiale al Comune che, appunto, dovrà vistarne sia in giunta sia in Consiglio l’interesse pubblico.
Palazzo D’Aronco ha quattro anni di tempo e soltanto a quel punto il Comune sarà chiamato a bandire una gara pubblica europea cui potrà partecipare chiunque. Attenzione, però, perché nel caso in cui venisse depositata un’offerta migliorativa rispetto a quella del soggetto proponente (sempre l’Apu, per capirci), quest’ultimo avrà il diritto di pareggiare la stessa oppure, in caso di rinuncia, essere rimborsato delle spese sostenute fino a quel momento.
Quanto ai lavori veri e propri, inoltre, dalla società bianconera ipotizzano 24 mesi di intervento prima della chiusura del cantiere. È evidente, dunque, che dalle parti dell’Apu si cercherà di accelerare sui tempi per non rincorrere il cronometro. Perché i due anni esatti che intercorrono tra la dead line per la manifestazione di interesse pubblico e la certificazione di utilizzo dei fondi, rischiano di trasformarsi in tempi troppo stretti nel campo dell’edilizia.
Il progetto del nuovo carnera
L’opera, ideata e progettata da Gabriele Ritossa e dalla sua impresa di costruzioni Zaco srl, prevede il passaggio, complessivamente, da un’area di più o meno 5 mila 140 metri quadrati a una realtà da 21 mila 205: quattro volte tanto. Il costo dei lavori è stato stimato in 44 milioni 103 mila euro cui si sommano 776 mila euro a titolo di oneri di sicurezza. Un parziale, questo, al quale va aggiunto un pacchetto di uscite legato a spese tecniche, imprevisti e, soprattutto, oneri legati all’Iva che portano la cifra finale a 51 milioni 868 mila euro.
Il partenariato pubblico privato farà sì che la Regione metterà a disposizione del progetto 23 milioni – tra fondi stanziati nel 2023 e già iscritti nel Dup e il grosso messo a disposizione da Trieste nel corso dell’ultimo assestamento estivo approvato a luglio – con i privati, cioè con ogni probabilità Alessandro Pedone assieme ai suoi partner, a versare gli oltre 28 milioni mancati. Se tutto andrà come previsto, il nuovo palasport potrà contare su 8 mila posti a sedere, ma diventerà anche un’arena per la musica e sarà dotato di un parco acquatico da mille metri quadrati e pure su un albergo, nonchè appartamenti per un totale di circa 150 residenti, un ristorante, quattro bar con vista sul parquet, un settore hospitality e un secondo campo per le squadre giovanili che all’occorrenza potrà trasformarsi in un auditorium da 500 posti.
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