Regione a caccia di fondi per i trasporti

Serracchiani: 300 milioni per sistemare colli di bottiglia, porti e ferrovie. Serve che anche i privati facciano investimenti

UDINE. Un sistema trascurato ma dall’elevata potenzialità. Questo è per la presidente della Regione, Debora Serracchiani, il sistema ferroviario regionale. A maggior ragione se letto in sinergia con la portualità. Un sodalizio, quello tra mare e rotaia, tanto “imprescindibile” quanto perfezionabile secondo la governatrice, che ieri – intervenendo al convegno “Crescita e trasporti in Fvg” organizzato da InRail e ospitato nella sede udinese di Confindustria – ha svelato come la giunta stia già lavorando al fine di oliare il sistema.

«Stiamo facendo un approfondito lavoro di mappatura della situazione attuale, delle nostre infrastrutture e dei siti di logistica, sull’esempio di quanto è stato fatto in Europa sulla revisione dei corridoi», ha esordito Serracchiani per poi snocciolare gli interventi prioritari sulle infrastrutture esistenti, spesso concepite in modo poco fluido, anziché come parti di un sistema integrato. Somma a piè di lista: circa 300 milioni. Per la presidente, tante sono le risorse necessarie solo per intervenire sui vari colli di bottiglia, sulla disomogeneità dei sistemi informatici e ancora sul collegamento tra i porti e le ferrovie. Risorse che Serracchiani intende cercare “non solo nel pubblico”. «Bisogna – ha detto ancora la presidente – chiedere ai privati un impegno serio, oltre che a Roma e a Bruxelles in vista della programmazione 2014/20».

Quanto al sistema portuale la presidente ha sottolineato la necessità di far dialogare i porti dell’Alto Adriatico. Da Ravenna fino a Fiume. Passando naturalmente per il porto di Trieste che «è stato il porto dell’impero Asburgico e deve continuare a essere punto di riferimento per il centro-nord dell’Europa», ha detto ancora Serracchiani. Uno degli interventi necessari stando alla mappatura in corso riguarda proprio il porto giuliano, bisognoso di un intervento da 40 milioni per il collegamento con il sistema ferroviario, seguono – nell’elenco che ieri ha fatto la presidente a beneficio della folta platea riunita a palazzo Torriani – 35 milioni per risolvere il problema dell’incomunicabilità informatica tra le stazioni di Udine Centrale e Parco, 35 milioni, sempre nel capoluogo friulano, per il raddoppio della circonvallazione esterna al passaggio cittadino, altri 35 per sdoppiare il binario al bivio San Polo e infine 180 per intervenire sdoppiando anche qui il binario nei 18 chilometri tra Cervignano e Strassoldo. Questo per quanto attiene gli interventi strutturali.

Ma l’esecutivo Serracchiani ha anche altri progetti. Al tavolo con i tecnici dell’ingegner Moretti, ad di Trenitalia, la regione sta esaminando anche il cadenzamento dei treni e a questo proposito l’obiettivo è ambizioso: portare ad appena un’ora i tempi di percorrenza (per i treni passeggeri) della tratta Trieste- Venezia, a meno di quattro quelli della Trieste-Milano.

Il lungo cappello firmato da Serracchiani in apertura del convegno oltre che svelare l’attività che già vede impegnato l’esecutivo in materia di trasporti ha fatto anche da tappeto agli interventi dei relatori, moderati dal direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier. Interventi che hanno consentito di fotografare l’eterogeneo mondo degli operatori dei trasporti attivi in regione. Tutti privati , salvo la partecipata regionale “Fuc – Ferrovie Udine-Cividale”, animano un mercato in crescita nonostante la crisi e non nonostante le lacune del sistema. Dagli operatori – erano presenti i vertici di InRail, Inter-Rail, Gruppo Parisi, Alpe Adria e Fuc – è venuto l’invito a una più stretta sinergia che il presidente di InRail, Guido Porta, chiudendo il convegno ha tradotto in un invito operativo: «Troviamoci a un tavolo tecnico ancor prima delle ferie estive per vedere cosa si può fare da settembre in poi. Se vogliamo fare massa critica non dobbiamo considerare la competitività come un ostacolo e anzi lavorare insieme». Con un obiettivo su tutti: togliere il più possibile tir dalle strade in favore delle rotaie. Porta la sua ricetta ce l’ha: «Andiamo assieme, supportati dalla Regione, a intercettare gli operatori esteri a casa loro per convincerli a venire in Italia via rotaia anziché usando la A4».

Maura Delle Case

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