Regione, dagli affitti alle paghe: ecco le spese “pasticciate” dei gruppi politici

La Corte dei conti ha espresso rilievi sui rendiconti. Tra coloro che devono chiarire di più il Movimento 5 stelle

UDINE. Pasticciano tutti, sugli acquisti, sulle fatture che non tornano, sulle motivazioni. Certo, sono lontanissimi gli anni delle “spese pazze” per la propria auto o per quella della moglie, per gli amici, per i figli degli amici e dei collaboratori.

Ma nessun esponente del Consiglio regionale ha ancora capito come si fa a ottenere il via libera della Corte dei conti ai bilanci dei gruppi. Perché tutti sono stati “rimandati”. M5s compreso, partito che anzi è quello più distratto.

La Sezione di controllo della Corte dei conti – presieduta da Carlo Chiappinelli e formata anche da Giovanni Bellarosa e Marco Randolfi (relatore) – ha passato al setaccio i bilanci 2015 degli otto gruppi consiliari. E a ciascuno ha rispedito i rendiconto con richieste di approfondimenti e integrazioni.

I partiti avranno tempo fino a metà aprile per rispondere alle osservazioni e se le giustificazioni saranno accolte dal collegio di magistrati, i bilanci riceveranno l’ufficiale lasciapassare.

Dalle casse del Consiglio regionale sono stati attributi ai gruppi poco più di 436 mila euro, per spese di funzionamento o di personale (come riportato nella tabella). I fondi vengono assegnati in base al numero di componenti (i soldi sono maggiorati per le donne), e quindi, tolti i contributi per il personale, il Pd ha incassato oltre 143 mila euro, seguito dal M5s con quasi 48 mila e da Pdl/Fi e Autonomia responsabile, con quasi 25 mila euro ciascuno.

Del gruzzolo non è ancora dato sapere quanto sia stato speso nel 2015, perché i rendiconto saranno pubblici dopo il via libera della Sezione di controllo della Corte dei conti.

La maggior confusione regna nel M5s, il bilancio con più rilievi. Il collegio evidenzia l’assenza di un contratto per un incarico, chiede chiarimenti su tre fatture rispetto all’attinenza con l’attività del gruppo (e non alla duplicazione dell’intervento), su sanzioni addebitate per ritardi nel pagamento di alcuni consulenti e sull’autorizzazione a una dipendente di un ente pubblico, consulente del Movimento, a svolgere attività esterna.

E ancora. Ai magistrati «sorgono perplessità sull’attinenza di alcune spese alle finalità istituzionali del gruppo», come l’evento a Palmanova del febbraio 2015 per il quale sono stati stampati volantini che non riportano l’indicazione del gruppo consiliare ma solo il logo del M5s, e con i soldi del Consiglio non è consentita attività di partito.

Spiccano anche fatture per pernottamenti in hotel di vari incontri e per vari ospiti, ma non sono esplicitati beneficiario e ragioni dell’ospitalità. Risulta, poi, l’affitto di una sala convegni, ma non la ricevuta di pagamento. Il M5s – come altri gruppi – deve confermare al Collegio il rispetto degli obblighi di registrazione degli acquisti di beni strumentali. E, infine, ci sono dubbi su altre 5 fatture indicate in bilancio come “banche dati” di cui non si capisce l’attinenza con il gruppo.

Al Pd i magistrati chiedono lumi sull’acquisto di abbonamenti on line di quotidiani e riviste, ma contemporaneamente anche di copie cartacee. E poi di indicare nei dettagli le finalità istituzionali di alcuni incarichi di consulenza e di motivare perché su manifesti di attività promozionali e di convegni del gruppo non sia specificato che la fonte di finanziamento è il Consiglio regionale.

Tra le pezze giustificative dei dem ci sono anche incongruenze tra autorizzazione di spesa e fatture e tra cedolini e compensi pattuiti con i collaboratori. Anche alla civica Cittadini viene contestato il “doppio” acquisto di giornali e l’organizzazione di un convegno in un albergo il 26 ottobre, ma con allegata fatture dell’hotel per tre giorni. Sulle spese del personale, invece – 50 mila ai Cittadini come al Pd, la cifra più alta –, ai magistrati non risulta la richiesta al presidente del Consiglio, che va fatta, mentre la voce è riconducibile a incarichi di consulenza e studio che non sono spese per il personale.

A Sel viene sottolineato il duplice acquisto di giornali, una discordanza tra le spese autorizzate e quelle compiute e alcune incongruenze sulle ricevute per un consulente.

Forza Italia invece ha fatto confusione con le collaborazioni, perché in un caso il Collegio non è riuscito a rintracciare la documentazione per la parcella di un commercialista, mentre in altre due circostanze sono emersi difformi pagamenti rispetto ai cedolini.

Ai magistrati, poi, non è chiaro quanto sia stato versato da Ncd/Fdi/An all’addetto stampa, nè l’argomento di un convegno alla Fiera di Pordenone. Al gruppo viene anche chiesto di motivare l’affitto di una sala in un hotel di Udine per un convegno sulla legge di Stabilità 2016, perché nell’autorizzazione è scritta la necessità «di promuovere la promozione della componente politica».

Problemi di pagamento dell’addetto stampa anche per Autonomia responsabile e di rimborsi chilometri per 83 euro, privi di altre indicazioni. Al gruppo Misto il Collegio chiede solo la conferma del rispetto degli obblighi di registrazione degli acquisti di beni strumentali.

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