Regione Fvg: ai Comuni 74 milioni, esclusi però i “ribelli”

Il Consiglio delle autonomie approva a maggioranza la manovra d’estate della giunta. Riservate risorse per 26 milioni agli enti che daranno corso alla riforma. «È un ricatto»
ANTEPRIMA Udine 22-07-2008 PALAZZO REGIONE
ANTEPRIMA Udine 22-07-2008 PALAZZO REGIONE

UDINE. La giunta regionale incassa dal Consiglio delle autonomie il via libera sul disegno di legge di assestamento di bilancio 2015 e sui trasferimenti agli enti locali. I municipi del Fvg avranno a disposizione ulteriori 74,2 milioni di euro.

Un tesoretto importante, rispetto al quale non sono però mancate, ieri al Cal, le prese di posizione. Specie riguardo ai 26 milioni di euro che la giunta intende assegnare in via esclusiva ai Comuni che daranno corso alla riforma degli enti locali. Senza farsi commissariare.

La giunta sprona i Comuni: più soldi a fusioni e Unioni

Una scelta, quella dell’esecutivo, che equivale a tagliar fuori i 58 Comuni ricorsi al Tar che con tutta probabilità - lo ha già annunciato Tarvisio - non procederanno alla costituzione delle Unioni territoriali intercomunali.

Al Tar subito

La prospettiva di un’estenuante e infruttuosa “guerriglia istituzionale” ha spinto ieri Panontin a prendere i ricorrenti in contropiede. «Facciamo istanza di prelievo congiunto e mettiamo una volta per tutte fine a questo braccio di ferro. Se il tribunale darà ragione a noi, andremo avanti con la riforma senza ulteriori “rappresaglie”» ha detto l’assessore incrociando il primo cittadino di Tarvisio, Renato Carlantoni, a margine della seduta.

L’istanza di prelievo altro non è che una richiesta al giudice di anticipo dell’udienza. Un tentativo di accorciare i tempi e - nel caso specifico - arrivare alla resa dei conti senza attese che rischiano di mandare in tilt la riforma. A colpi di atti non approvati e di nomine commissariali.

Saranno i sindaci del ricorso, chiamati a raccolta in provincia a Udine la prossima settimana, a decidere se raccogliere o meno “la sfida” lanciata, ancorché informalmente, da Panontin.

Fondo “volano opere”

È una delle novità del Ddl. Dotato complessivamente di 30 milioni di euro e pensato per favorire lo sblocco di parte delle opere pubbliche delle autonomie locali ingessate dal patto di stabilità.

«Il meccanismo risponde a criticità che abbiamo ben presenti e di cui ci siamo fatti carico avviando, ancora due anni fa, il monitoraggio della situazione delle opere pubbliche in regione», ha ricordato l’assessore Peroni spiegando che il fondo funziona sostanzialmente anticipando i vecchi contributi pluriennali, meccanismi che oggi le rigidità del patto di stabilità rendono di fatto insostenibili.

Una buona notizia per gli enti, che da tempo lamentano difficoltà a gestire opere pubbliche finanziate su più anni, così come, buona, è l’entità delle risorse in arrivo ad ossigenare i municipi della regione.

La manovra

La parte riservata agli enti locali vale 74,2 milioni di cui «19 sono risorse provenienti da fondi regionali di bilancio - ha precisato Panontin -, 55 sono invece decimini, vale a dire la quota di compartecipazioni delle entrate tributarie spettante agli enti locali».

Di questi, 26 milioni di euro sono destinati a trasferimenti integrativi ai Comuni, 7 all’addizionale energia elettrica, 9 alla gestione delle funzioni trasferite.

Non meno importanti sono gli 11 milioni di euro, 10 dei quali finanziati con fondi propri del bilancio regionale, del fondo straordinario per l’extra-gettito Imu, un problema che pesa sui bilanci di circa la metà dei Comuni regionali cui ora la giunta, «sulla base di un accordo con l’Anci», ha ricordato Panontin, cerca di dar sollievo.

Promosso da un lato, l’assessore è stato invece criticato come detto per aver condizionato il riparto dei 26 milioni di euro all’adesione alle Uti.

Le contestazioni

«Chi non approverà lo statuto non avrà accesso a queste quote di trasferimenti che essendo decimini sono di diritto dei Comuni. È un ricatto», hanno affermato Carlantoni e il collega di Santa Maria la Longa, Igor Treleani.

Critico anche il presidente del Cal, Ettore Romoli, che ha però invitato a stemperare le rappresaglie (da ambo i lati) ed esortato Panontin a un passo indietro. Per incentivarlo, alla fine Romoli ha pure votato contro la manovra, mentre hanno scelto l’astensione Tarvisio e Santa Maria la Longa alla luce dell’impegno preso pubblicamente da Panontin ad intavolare una riflessione «da qui all’aula».

«Altro non poteva fare vista la norma impresentabile: una penalizzazione su risorse dei Comuni, non della Regione, ai margini della costituzionalità e contro la quale, se l’assessore dovesse insistere - ha affermato in una nota il capogruppo di Fi, Riccardo Riccardi - in consiglio regionale alzeremo tutte le barricate possibili».

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