Regione Fvg, direttore generale da 180 mila euro

La giunta dà l’ok al ruolo di vertice: spunta il pordenonese Finardi. Tempi dimezzati per le pratiche degli artigiani

TRIESTE. È fatta la norma che riapre le porte della Regione a un direttore generale. Ieri la giunta di Debora Serracchiani ha dato il via libera all’emendamento che sarà inserito nella riforma dei costi della politica in approvazione da parte del Consiglio tra martedì e giovedì.

Nella riorganizzazione ideata dall’esecutivo rispunta dunque il ruolo più alto previsto per la macchiona-Regione, ruolo che fu di Andrea Viero, voluto dall’ex governatore Riccardo Illy, e poi cancellato dal successore Renzo Tondo. Che però ha già ammesso che l’eliminazione del vertice amministrativo fu un errore, che anche lui avrebbe corretto.

Il compenso annuo lordo del direttore generale è fissato in 180 mila euro, ma questa parte potrebbe essere modificata, aumentando o diminuendo lo stipendio. I riferimenti sono due. Viero percepiva 233 mila euro lordi all’anno, compenso che non sarà bissato. La paga di un direttore centrale della Regione – professionalità che starà sotto il direttore generale – è invece di circa 150 mila euro lordi l’anno

. Serve dunque una cifra intermedia che da oggi all’approvazione della legge potrà essere ancora cambiata. La nomina spetterà a Serracchiani, che probabilmente un nome lo ha già in mente.

Uno tra quelli che circola con particolare insistenza è quello del direttore generale del Comune di Ferrara, il pordenonese Roberto Finardi. Finardi – che tra l’altro ha ancora la residenza in Friuli Venezia Giulia – fa anche parte della squadra voluta dal presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, per la gestione dei fondi per la ricostruzione del terremoto.

Da sempre vicino al Pd, Finardi era tra l’altro stato contattato dal sindaco Roberto Cosolini per “guidare” il Comune di Trieste ma senza trovare un accordo. Anche qui, deciderà la presidente.

Dimezzati i tempi per i contributi

Su indicazione del vicepresidente Fvg Sergio Bolzonello la giunta ha anche acceso la luce verde a un procedimento unico, anziché doppio, per le imprese artigiane che chiedano contributi per la partecipazione a mostre, fiere, esposizioni e manifestazioni commerciali nazionali ed estere.

Fino a oggi era necessario depositare la domanda, aspettare che venisse accolta, presentare la rendicontazione e quindi attendere la liquidazione. D’ora in poi la richiesta di contributo e la rendicontazione saranno presentate assieme, garanzia per veder dimezzati i tempi.

«Con queste modifiche – ha spiegato Bolzonello – passeremo dagli attuali sei mesi di attesa a un massimo di 90 giorni, andando incontro alle richieste delle imprese anche con questi piccoli segnali di grande attenzione nei confronti del comparto produttivo regionale».

L’unificazione del procedimento di concessione e liquidazione del contributo verrà applicata anche agli incentivi per le imprese di nuova costituzione e le nuove imprese artigiane. Tra le altre modifiche apportate al testo unico quella che dal 1º gennaio 2014 trasferisce al Centro di assistenza tecnica alle imprese (Cata) le funzioni amministrative concernenti la concessione degli incentivi prima gestiti dalle Camere di commercio.

La riforma per la prima casa

L’esecutivo, attraverso l’assessore ai Lavori pubblici Mariagrazia Santoro, ha anche annunciato l’intenzione di avviare una profonda riforma delle politiche per la prima casa, individuando un nuovo e più efficace canale contributivo per gli affitti. È quanto scritto nel documento presentato ieri alla giunta da Santoro, che ha fatto il punto “quantitativo” sull’utilizzo degli attuali strumenti.

Le ragioni della scelta stanno in una modifica dei bisogni espressi dai cittadini e cioè di una sempre maggiore richiesta di alloggi in affitto a canone moderato per le categorie tradizionalmente svantaggiate (disoccupati, pensionati, immigrati) mentre stanno contemporaneamente emergendo richieste di tipo nuovo da parte di anziani, studenti, giovani coppie, famiglie in difficoltà. E non possono essere dimenticate nemmeno le esigenze dei lavoratori precari.

La giunta ha quindi stabilito di avviare un percorso partecipato per fissare nuove misure che diano risposte mirate ai nuovi bisogni della collettività regionale. Ieri sono stati fissati gli obiettivi generali del nuovo canale contributivo.

Sarà privilegiato il recupero dei beni immobili esistenti, favorito l’affitto o la compravendita con patto di riscatto dell’invenduto; ampliato il sistema delle garanzie regionali per l’acquisto della prima casa e dedicata particolare attenzione al sostegno agli affitti.

Alla direzione regionale ai Lavori pubblici è affidato il compito di redigere una bozza di legge che si ispiri a quei criteri. Le domande di contributo per l’edilizia agevolata, quindi, potranno essere presentate fino al 31 dicembre di quest’anno.

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