Regione Fvg protagonista ad Aquafarm: si studiano progetti di sviluppo della Vallicoltura
La mostra convegno internazionale su acquacoltura, molluschicoltura, algocoltura e industria della pesca, in programma a Pordenone Fiere. Occhi puntati sulla laguna di Marano e Grado
![Barene nella laguna di Marano](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h5xfok00mwuzhmmxg4/0/image.webp?f=16%3A9&w=840)
Potenziare il settore dell’acquacoltura e, più nel dettaglio, riconoscere il valore ambientale e di presidio delle valli da pesca. Sono gli obiettivi su cui sta lavorando la Regione Fvg che, per il tramite del Servizio Caccia e risorse ittiche della Direzione Risorse agroalimentari, forestali e ittiche, è pronta a presentare i risultati dei progetti di Cooperazione territoriale europea avviati in materia di vallicoltura lagunare.
L’occasione è l’Aquafarm, la mostra convegno internazionale su acquacoltura, molluschicoltura, algocoltura e industria della pesca, in programma a Pordenone Fiere.
![Un esemplare di beccaccia di mare](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h5xfojwqdv5cwsbrwj/0/image.webp)
Mercoledì 12 febbraio, dalle 16 alle 18, si terrà un workshop organizzato dal Servizio e aperto a tutti i portatori di interesse e alle associazioni di categoria, dove verranno illustrate le attività in corso di svolgimento sul territorio regionale nell’ambito delle iniziative europee.
Gli occhi sono naturalmente puntati sulla laguna di Marano e Grado, dove il sistema di valli da pesca copre una superficie di circa 1.700 ettari (circa il 10% dell’intero sistema di zone umide lagunari).
Cradles
Il primo progetto si chiama Cradles (Creating Resilient Areas to Develop Lifecycles and Ecosystem Services) e nasce dalla collaborazione tra istituzioni provenienti da sette paesi dell’area Adriatica Ionica che intendono promuovere il ripristino e la conservazione di aree nursery (inteso come rifugio e alimentazione per le specie) negli ambienti umidi costieri e d'acqua dolce.
![Valle Noghera](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h5xfoms7av2cyzgbzy/0/image.webp)
L’attività, intrapresa nel maggio del 2024, è svolta in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, che fornisce il supporto scientifico. «L’azione pilota che avrà inizio questa primavera – spiega Mauro Cosolo, funzionario del Servizio Caccia e risorse ittiche – prevede la mappatura delle barene, quelle superfici di terra emergente dalle acque di una laguna che svolgono la funzione di importanti aggregatori di specie animali come pesci, uccelli e crostacei. La ricognizione morfologica e sedimentologica, oltre che il campionamento degli organismi acquatici presenti, ci permetterà di stabilire l’effettivo ruolo ambientale ed ecologico delle barene, artificiali o naturali, presenti nelle valli da pesca».
Queste aree necessitano di particolare attenzione per far fronte in maniera innovativa ed efficace alle minacce rappresentate da fattori ambientali quali i cambiamenti climatici e la comparsa di specie aliene piuttosto che dall’impatto delle attività antropiche.
Brave
Un’altra attività intrapresa dalla Regione Fvg (rientrante nel Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg VI A Italia – Croazia 2021/2027) riguarda, più in generale, la valutazione esaustiva sullo stato morfologico e ambientale del sistema di valli da pesca della laguna di Marano e Grado. «Questa iniziativa è stata candidata tra le attività del progetto Brave, acronimo di Building Resilience and Adaptive Vision for the Adriatic Sea Environment, che punta a perseguire la resilienza e una visione adattiva per l'ambiente marino Adriatico – aggiunge il funzionario -. In questo caso il nostro scopo è quello di mappare gli argini e le strutture portanti delle valli da pesca della laguna: dei 1.700 ettari presenti, infatti, la metà è inutilizzata, anche a causa del cedimento e dello sfondamento degli argini. L’intenzione, quindi, è di fare il punto sulla morfologia dell’area, individuando così la strategia futura per una sua più efficiente gestione, anche in termini di conservazione di specie e habitat».
Il monitoraggio sarà realizzato attraverso aeromobili a pilotaggio remoto equipaggiati con dispositivi per il registro di immagini traducibili in 3d.
Al workshop – moderato da Stefano Kutin e Alberto Fonzo del Servizio Caccia e risorse ittiche - saranno presenti, tra gli altri, Stefano Sponza dell’Università degli studi di Trieste e Claudio Furlanut, responsabile gestione valle Noghera.
Da rilevare inoltre i contributi da parte dei funzionari delle Regioni Emilia-Romagna e Veneto, a completamento dell’approccio Adriatico sulle tematiche della pesca e dell’acquacoltura promosso dal Distretto Nord Adriatico.
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