Regione in campo: tuteleremo gli onesti
TRIESTE. Il sistema lattiero-caseario e zootecnico del Friuli Venezia Giulia è sano e la Regione è pronta a percorrere le vie legali. A gridare a gran voce l'estraneità a ogni azione contraria alla legge sono i rappresentanti delle associazioni coinvolte nella filiera, supportate dalla Regione e dal Ministero delle politiche agricole, colpite a livello d'immagine dal caso del latte contaminato.
Ieri il vicepresidente e assessore regionale alle Attività produttive Sergio Bolzonello ha tenuto una conferenza stampa per ribadire la bontà del comparto insieme ai rappresentanti delle categorie (erano presenti i vertici di Consorzio per il Montasio, Coldiretti, Confagricoltura, Lega Coop, Confcooperative, Assoproduttori latte Veneto, Associazione allevatori e Associazione produttore lattiero-caseari) e al direttore centrale per la Promozione delle qualità alimentari del ministero, Stefano Vaccari.
Nel corso della conferenza stampa è stato reso noto che il latte destinato al Montasio non è “incriminato”: tra le migliaia di forme di formaggio sequestrate in Italia non c'è l'unica Dop del Friuli Venezia Giulia secondo quanto comunicato dal comandante dei Nas di Udine, Antonio Pisapia, al direttore del Consorzio per la tutela del Montasio, Loris Pevere, che ha inoltre sottolineato come Cospalat, accusata di avere diffuso il latte inquinato, «non fa parte della filiera che rifornisce la produzione del Montasio».
Bolzonello ha annunciato che, nel corso della seduta di ieri della giunta regionale, «abbiamo dato mandato all'avvocatura della Regione di adire alle vie legali per la tutela del buon nome del Friuli Venezia Giulia in tutte le sue accezioni. Non intendiamo lasciare correre la vicenda ma vogliamo affrontarla con determinazione».
Il vicepresidente della Regione ha puntualizzato come si tratti di «un caso isolato che però crea un danno d’immagine straordinario a tutta la filiera di cui invece va ribadita, con forza, l'onestà. Gli sforzi degli ultimi anni per creare una filiera certificata e di qualità non possono essere vanificati da un episodio».
Sulla stessa lunghezza d'onda il direttore Vaccari che vede nella vicenda un danno non solo al Friuli Venezia Giulia «ma all'intero sistema-Italia, numero uno per qualità in Europa. Chi sbaglia deve pagare ma una volta tolte le mele marce dal cesto, quel cesto rimane il migliore».
Forte la preoccupazione espressa dai rappresentanti di cooperative, agricoltori e allevatori che hanno sottolineato come il sistema di controlli sia assolutamente all'avanguardia (e la vicenda Cospalat ha comunque dimostrato che i controlli funzionano, è stato messo in evidenza).
Alla Regione è stato chiesto uno sforzo, in chiave economica ma anche promozionale, per far fronte ai danni che la vicenda del latte contaminato sta già provocando.
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